
di Paolo Morelli
Una tessera dopo l’altra, il complesso mosaico del processo penale per la bancarotta dell’Associazione Calcio Cesena, fallita nell’agosto di quattro anni fa sotto il peso di una montagna di 80 milioni di debiti, sta prendendo forma, almeno per quel che riguarda il primo grado di giudizio. Ieri mattina, davanti al giudice dell’udienza preliminare Giorgio Di Giorgio, si è svolto il processo con rito abbreviato (che garantisce la riduzione di un terzo della pena in caso di condanna) a carico dell’ex presidente Giorgio Lugaresi, 66 anni, e dell’ex consigliere d’amministrazione (in rappresentanza dei tifosi) Giampiero Ceccarelli, 74 anni. Il pubblico ministero Francesca Rago, che segue l’inchiesta fin dall’inizio, ha sostenuto la responsabilità penale di entrambi gli imputati e ne ha chiesto la condanna: sei mesi di reclusione per Giorgio Lugaresi, (che doveva rispondere solo dei reati fiscali, avendo già patteggiato per gli altri) difeso dall’avvocato Giovanni Maio, quattro mesi per Giampiero Ceccarelli, difeso dall’avvocato Giovanni Principato, con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Il giudice, dopo una breve camera di consiglio, ha letto la sentenza che recepisce le richieste del pubblico ministero: riconoscendo la continuazione con i reati per i quali c’è già stato il patteggiamento, sei mesi per Lugaresi e quattro per Ceccarelli, con obbligo di pagare le spese legali; il giudice ha inoltre disposto la confisca dei beni già sequestrati fino a una somma di quasi cinque milioni di euro.
Per Lugaresi si avvicina pericolosamente il limite dei quattro anni di reclusione, oltre il quale si aprirebbero le porte del carcere, e deve ancora affrontare il processo per i lavori allo stadio in occasione del ‘nevone’ del 2012: la prossima udienza, ottava dall’inizio del processo, si terrà martedì prossimo per ascoltare alcuni testimoni.
Per gli undici imputati (tutte persone ben note non solo in ambito sportivo) che hanno scelto di affrontare il processo con rito ordinario l’appuntamento è per il 15 novembre prossimo davanti al collegio formato da tre giudici. Si tratta di Rino Foschi, 76 anni, difeso dagli avvocati Mattia Grassani e Massimiliano Iovino di Bologna; Mauro Giorgini. 74 anni, difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci; Luigi Piangerelli, 48 anni, difeso dagli avvocati Silvia Castellari di Milano e Cesare di Cintio di Bergamo; Enrico Brunazzi, 60 anni, difeso dagli avvocati Stefano Spinelli di Cesena e Nicola Mazzacuva di Bologna; Claudio Manuzzi, 55 anni, difeso dall’avvocato Daniele Molinari; Christian Dionigi, 51 anni, difeso dall’avvocato Antonella Monteleone; Stefano Bondi, 61 anni, difeso dagli avvocati Alessandro Melchionda di Bologna e Alfonso Celli di Cesena; Luca Mancini, 58 anni, difeso dagli avvocati Tommaso e Umberto Guerini d Bologna; Barbara Galassi, 44 anni, difesa dagli avvocati Alessandro Melchionda di Bologna e Alfonso Celli di Cesena; Graziano Pransani, 71 anni, difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci, e Luca Campedelli, 53 anni, ex presidente della squadra di calcio Chievo Verona, fallita pochi mesi fa.
Altri nove imputati, invece, hanno preferito patteggiare pene più o meno pesanti e sono usciti dal processo.