Vaccini, ci sarà un hub ogni venti chilometri

L’Ausl cerca sedi nella valle del Savio e nel Rubicone per immunizzare gli ultraottantenni da febbraio. Ma resta il nodo approvvigionamenti

Migration

di Elide Giordani

L’effetto della crisi dei vaccini – 300 mila in meno in tutta Italia – si coglie anche vicino a casa, ossia in Romagna e nel nostro comprensorio. "Contavamo di terminare entro febbraio la vaccinazione degli ospiti delle residenze protette e degli operatori sanitari – scandisce la dottoressa Raffaella Angelini, responsabile Sanità Pubblica dell’Asl –, e invece siamo poco oltre la metà del primo giro e abbiamo appena iniziato i richiami".

Un rallentamento iniziato il 18 gennaio quando ormai era apparso chiaro che le dosi dei vaccini anticovid di Pfizer-BionTech e Moderna non sarebbero arrivate nei tempi stabiliti. Nella settimana in corso, al Magazzino dei medicinali dell’Asl che ha sede a Pievesestina ne sono arrivate 4.680 per le aree di Cesena e Forlì, mentre per tutta la Romagna il recapito ha riguardato 12.870 dosi e altre dovrebbero essere in viaggio per la consegna del 2 febbraio. Non bastano per garantire alla campagna vaccinale il ritmo preventivato.

Per sventare l’eventualità di non poter effettuare il richiamo nei tempi dovuti, sono state bloccate anche le somministrazione della prima dose. Mentre preme, almeno sulla carta, il passaggio alla seconda categoria per la quale è prevista la precedenza: quella degli ultraottantenni che nella nostra regione sono 300 mila (e dunque ben si capisce quanto siano insufficienti le scorte e le consegne).

Secondo il piano vaccinale regionale, che verrà discusso il 5 febbraio prossimo, a ciascuno di loro, il presidente della giunta regionale Bonaccini , invierà una lettera di convocazione. "In Romagna gli ultraottantenni sono 92 mila di cui una minima parte, già vaccinata, vive nelle strutture protette – chiarisce Angelini –, e quando inizierà il loro turno sarà necessario allestire nuovi punti vaccinali tenendo presenti i problemi di conservazione dei due sieri Moderna e Pfzizer. Tanto più che si tratta di fiale multidose che una volta aperte vanno somministrate. Non possono essere gestite dai medici di base e dunque sarà necessario un punto hub per ogni distretto aperto sette giorni su sette per 10 ore al giorno, come oggi alla Fiera di Cesena, ma distribuito in modo che le persone non debbano fare più di 20 chilometri per raggiungere la sede vaccinale. Ancora non sono stati definiti i punti, ma si terrà conto del fatto che il Cesenate ha un territorio esteso con comuni ubicati in alta collina e che ci sono anziani che non possono spostarsi dal loro domicilio. Ci vorranno spazi per due linee vaccinali contemporanee, un luogo di attesa pre e post vaccino di 15 minuti, e laddove l’Asl non avesse tale disponibilità si cercheranno alternative".

E a Cesena ci sono già delle ipotesi. "Di posti a disposizione, benché non così ampi come la fiera, ma comunque utilizzabili nel massimo confort - dice il sindaco Enzo Lattuca - ne abbiamo tantissimi. Cito il palazzetto dello sport, le palestre, le sedi di quartiere. Al momento, tuttavia, non c’è stata richiesta dell’Asl, credo piuttosto che sia stia pensando a sedi decentrate in Valle Savio e nel Rubicone".