Gruppo Trevi Cesena, fondi e banche al comando

Dopo 62 anni la gestione passa ai manager dei fondi, il nuovo amministratore delegato è Giuseppe Caselli

Il nuovo amministratore delegato Giuseppe Caselli

Il nuovo amministratore delegato Giuseppe Caselli

Cesena, 2 ottobre 2019 - I quasi cinquemila dipendenti del Gruppo Trevi (sono esclusi quelli del settore Oil&Gas che sta per essere ceduto) hanno tirato un sospiro di sollievo quando è diventata ufficiale la notizia dell’elezione del nuovo consiglio d’amministrazione che dopo un lungo braccio di ferro ha spostato le leve del comando dalle mani della famiglia Trevisani a quelle dei manager indicati dai fondi d’investimento e dalle banche creditrici. Infatti la crisi del settore petrolifero che ha visto il prezzo di un barile di ‘oro nero’ precipitare da 100 a 26 dollari, negli ultimi anni ha scavato una fossa nei bilanci del Gruppo Trevi che ha inghiottito più di 700 milioni di euro. E per mantenere la linea di galleggiamento ora serve un robusto aumento di capitale (130 milioni per cassa entro fine anno) che i Trevisani non si possono permettere, oltra alla conversione in azioni di parte dei crediti delle banche.  

A tirare un sospiro di sollievo è tutto il territorio cesenate e romagnolo, già provato dalla pesante crisi nel settore edilizio che ha travolto anche un colosso come la Cmc di Ravenna. Infatti circa novecento dipendenti lavorano nella sede di Pievesestina dove c’è la casa madre di Trevi, specializzata in ingegneria del sottosuolo, in particolare fondazioni speciali, e Soilmec che costruisce i macchinari per lo stesso settore con tecnologie all’avanguardia in campo mondiale. Molti, comunque, si aspettano ripercussioni sul fronte occupazionale come conseguenza della ristrutturazione del gruppo.  

All’assemblea degli azionisti che lunedì scorso ha sancito la svolta nella conduzione del gruppo nominando Luca D’Agrese presidente e Giuseppe Caselli amministratore delegato, tra le numerose informazioni diffuse c’è anche quella che le macchine Soilmec stanno lavorando alla realizzazione della metropolitana di Pechino.  

La famiglia Trevisani, comunque, non si disimpegnerà dal gruppo Trevi, anche se dopo l’aumento di capitale non sarà più il socio di riferimento attraverso la finanziaria Trevi Holding: attualmente controlla il 32% delle azioni, quota dstinata a scendere a seconda della quota di aumento di capitale che eserciterà. La buona notizia per i membri della famiglia e gli altri componenti del consiglio d’amministrazione è che nell’assemblea di lunedì scorso è stata approvata all’unanimità una delibera nella quale viene sostanzialmente riconosciuto la correttezza del loro operato nel contesto dell’elaborazione, perfezionamento e definizione della manovra finanziaria e di rafforzamento patrimoniale della società, e viene esclusa ogni ipotesi di azione sociale di responsabilità.

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