Giro d’Italia rosa, Van Vleuten rivoluziona tutto

La ciclista olandese vince la tappa e conquista la maglia rosa. Terza l’italiana Marta Cavalli a 43’’

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di Luca Ravaglia

Cesena garantisce spettacolo. Ieri, tre ore, 13 minuti e 13 secondi di corsa hanno stravolto i verdetti che si erano formati nell’arco delle prime tre tappe del ‘Giro Donne’, evento di punta del panorama ciclistico in rosa e che come quarto appuntamento del calendario ha messo in programma una tappa di 121 chilometri con il via in piazza della Libertà e l’arrivo in viale Mazzoni, due luoghi nel cuore della città a una manciata di minuti di distanza l’uno dall’altro.

Con in mezzo un percorso caro ai tantissimi ciclisti di casa nostra e impreziosito dalla scalata del Barbotto, nel Comune di Mercato Saraceno, nome che da solo evoca imprese del tutto fuori dal comune. Come quella che ieri ha messo a segno Annemiek Van Vleuten, prima sul traguardo dopo aver battuto nella volta a due Mavi Garcia Canellas, appunto in 3 ore, 13 minuti e 13 secondi. L’atleta olandese della Movistar insieme a Canellas e all’italiana Marta Cavalli (terza, a 43 secondi di distacco) è stata in grado di far perdere le proprie tracce al resto del gruppo, la prima parte del quale si è presentato davanti alla Fontana Masini 4 minuti e 51 secondi dopo il suo arrivo. Alla precedente leader Elisa Balsamo è andata anche peggio, visto che il suo ritardo è arrivato a 11 minuti e 10 secondi, non proprio pochissimo...

Dunque Van Vleuten si è presa la maglia rosa, maturando in classifica generale un margine di 25 secondi su Garcia Canellas e di 57 su Cavalli. Dopo di che si apre la forbice, con Elisa Longo Borghini, quarta, a oltre 5 minuti. La giornata storta è costata cara anche a Balsamo, retrocessa in 19ª posizione. Detto dei nomi e dei numeri, resta tutto il resto, che a ben vedere è l’ormai collaudatissimo piatto forte che questa terra sa mettere sul piatto ogni volta che si parla di ciclismo: percorsi ricchi di fascino che sono lì a raccontare le imprese dei mostri sacri delle due ruote a pedali e che anche quando li percorri al volante dell’auto con l’aria condizionata accesa, ti viene comunque il fiatone. Figurarsi a stare chini sul manubrio, soprattutto ieri, con una temperatura tremendamente assestata intorno ai 38 gradi nelle ore più calde della giornata che, guarda un po’, corrispondevano a quelle degli strappi più insidiosi del tracciato.

Già, perché dopo la partenza a mezzogiorno sotto al campanile del duomo (il vero via lanciato è arrivato però in via San Cristoforo), Van Vleuten è sfrecciata su viale Mazzoni poco dopo le 15, dopo essersi messa alle spalle i tre gran premi della montagna di Bertinoro, Barbotto e Monteleone. E allora serve tornare a parlare della salita più impegnativa della giornata, culminata a 515 metri sul livello del mare davanti a un nutrito gruppo di tifosi distribuiti sui due lati della strada e lungo i vari tornanti, chi col camper, chi in monopattino, chi con birra e panino e chi con borracce d’acqua per rinfrescare le atlete grondanti di sudore. E che non si venga a dire che il ciclismo maschile e femminile non meritano lo stesso piano. Chi la pensa diversamente doveva essere lì, ieri. E in effetti la parte più nutrita del pubblico si è concentrata proprio lì, mentre all’arrivo, più che gli spettatori (pur presenti) si contavano le transenne.

Anche per questo la carovana rosa si è portata con sé una serie di polemiche non a tema sportivo, ma logistico: per garantire il passaggio in sicurezza delle cicliste infatti tante strade, comprese una selva di uscite dell’E45 sono state chiuse con ampio anticipo rispetto al passaggio, causando in alcuni tratti ingorghi e rallentamenti, oltre ai disagi che hanno costretto numerosi cesenati ad adottare strategie alternative in occasione della pausa pranzo. In fin dei conti tutto torna a ruotare intorno alla solita domanda: a cosa è disposta a rinunciare una comunità per assaporare per una giornata il piacere del grande sport sotto le finestre di casa? Sembra a poco anche se lo spettacolo è di quelli che vale.