Il Cavalluccio deve saper coinvolgere anche il Manuzzi

Il primo imperativo deve essere quello di fare tornare il Manuzzi un fattore decisivo, in sintonia con la passione di un pubblico unico nella categoria. Vietato fare calcoli, sarebbe un suicidio: occorre provarle tutte per vincere contro un Vicenza forte, dall’attacco insidioso, costruito per vincere che poi ha zoppicato in campionato ma è tornato aggiudicandosi la Coppa Italia. Al ‘Menti’ il Cesena ha disputato la gara che doveva fare considerando anche la lunga e insidiosissima inattività, ma oggi dovrà pensare e agire diversamente, con equilibrio naturalmente ma puntando a ottenere il massimo. Poi se al termine del match dovesse essere pareggio allora varrebbe come una vittoria, ma solo in quel momento. Il Cesena deve tornare grande al Manuzzi dove da tempo concede troppo in quello che nella storia è spesso stato il suo fortino. In campionato i bianconeri dei 79 punti ne hanno collezionato 41 fuori casa e 38 interni. Indispensabile anche abbattere il tabù degli ultimi anni e non solo. Nelle partite clou a domicilio spesso è andata male: con la Reggiana, contro Monopoli, Matelica e Spezia negli ultimi playoff e sono state beffe atroci.

In questa stagione però al Manuzzi è stata travolta l’Entella e senza quella reazione in un momento delicato mai il Cesena sarebbe arrivato secondo. Anche l’anno della promozione in A (2014) quando in semifinale si pareggiò con il Modena e nella prima finale si vinse con il Latina.

re.ce.

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