Socrate tra giustizia e pregiudizio Lo Verso: "Un testo che parla di oggi"

L’attore stasera all’anfiteatro romano di Urbisaglia. "La popolarità di un imputato può distorcere i fatti"

Socrate tra giustizia e pregiudizio Lo Verso: "Un testo che parla di oggi"

"Si rimane meravigliati di come si trasforma nelle mani di una regista e degli attori un testo che all’apparenza ha poco di teatrale essendo una sequenza di ragionamenti, di concatenazioni di causa ed effetto". È quanto dice l’attore Enrico Lo Verso che oggi alle 21.15 porterà in scena ’Apologia di Socrate. Dialogo sulla giustizia’ dall’opera di Platone all’anfiteatro romano di Urbisaglia (Macerata). Adattamento e regia di Alessandra Pizzi. "L’idea di Pizzi – aggiunge – rende concrete certe elucubrazioni, certi ragionamenti filosofici e ci rendiamo conto quanto un giudizio pre o post possa poi influenzare il verdetto in una direzione o nell’altra e, di conseguenza, la vita di un uomo".

Lo Verso, la popolarità dell’imputato quanto incide in un processo che spesso divide l’opinione pubblica senza avere riguardo per le vittime?

"Dà visibilità al caso. Così se ne discute di più, si ascoltano con attenzione le varie tesi. Il fatto che l’imputato sia noto significa che ognuno ha anche elaborato un giudizio su quella persona, a prescindere dai fatti".

C’è da stare attenti ai pregiudizi, anche nello spettacolo dove alcune proposte hanno sconfessato i timori iniziali.

"Riconosco di avere sbagliato quando nel 2016 Alessandra Pizzi mi ha proposto ’Uno nessuno centomila’, un testo profondamente filosofico che mi aveva fatto pensare che avremmo fatto 4-5 rappresentazioni e poi chiuso per mancanza di pubblico: abbiamo fatto 500 repliche e tanti spettatori sono tornati per rivederlo perché ogni volta possono leggere in modo differente ciò che prima non avevano compreso a fondo".

E lei cosa ha scoperto di nuovo dell’’Apologia di Socrate’ dopo averla portata più volte in scena?

"Da ragazzo amavo Socrate ma non Platone, poi la prima volta che ho letto il testo ho capito quanto mi fossi sbagliato ma nel frattempo ero diventato adulto. Ora vi trovo anche altre sfumature. Non è che quando reciti il testo devi avere l’illuminazione, l’importante è avere capito tutto meglio, perché così puoi comunicare in modo più efficace. Sento poi una grande responsabilità per il debutto a Urbisaglia".

Come mai?

"Ricordo un anfiteatro pieno quando vi ho recitato ’Le Metamorfosi’ di Ovidio, un’atmosfera magica, 800 persone apparentemente sprovviste di telefonino, un’attenzione e un’educazione palpabili. Ecco perché tornare a Urbisaglia è un regalo".

Info: 071 2072439; 0733 506566

Lorenzo Monachesi