Coronavirus Emilia Romagna, la Regione ferma le badanti. Tampone a tutte

Test e isolamento per chi arriva dall’estero in aeroporti e autostazioni. Soggiorno in hotel in caso di positività

Il reportage del Carlino che ieri ha sollevato il problema degli arrivi dall’Est

Il reportage del Carlino che ieri ha sollevato il problema degli arrivi dall’Est

Bologna, 6 agosto 2020 - Barriera contro il Covid d’importazione: tamponi alle badanti che arrivano dall’estero. Nell’Europa dell’Est l’infezione sta colpendo duramente la popolazione e nei giorni scorsi si erano levate voci preoccupate sotto le Due Torri. David Pierinelli, presidente dell’Autostazione, aveva auspicato anche a Bologna un ’modello Tiburtina’, dove ai passeggeri provenienti da quelle zone vengono fatti test rapidi, mentre l’amministratore delegato del Marconi, Nazareno Ventola, preferiva puntare su un certificato rilasciato ai viaggiatori dai Paesi di origine, che attesti la loro salute.

IL COMMENTO La sicurezza della legione straniera - di BEPPE BONI

Insomma, era attesa una decisione e la Regione, per evitare la nascita di nuovi focolai, ha preparato un piano dedicato a chi vive a stretto contatto con gli anziani. Le badanti sono 61mila in Emilia-Romagna e "svolgono un lavoro delicato e di grande impatto sociale". "Un passo necessario – spiegano dall’assessorato regionale alla Salute, guidato da Raffaele Donini – dettato anche dalla consapevolezza che la percentuale dei positivi negli ultimi 30 giorni relativa ai rientri dall’estero è pari a circa l’11%". Tra di loro, sottolinea la Regione, "ci sono naturalmente anche le assistenti familiari".

Il percorso previsto dalla Regione, ma che sarà messo a punto nei prossimi giorni, prevede che le badanti debbano dichiarare alle Aziende sanitarie di riferimento il loro ingresso in Italia. Fatta questa comunicazione, all’arrivo nel nostro Paese – sia negli aeroporti sia nelle autostazioni – scatta il tampone naso-faringeo, che sarà effettuato da personale sanitario.

Se l’arrivo in Italia avverrà con modalità diverse, sarà cura dell’assistente familiare o della famiglia in cui presta servizio, fare le segnalazioni all’Ausl. Nel caso di tampone positivo, scatta l’isolamento nelle strutture alberghiere messe a disposizione dalle Aziende sanitarie locali o il ricovero ospedaliero, in base alle condizioni cliniche della persona. Se il tampone sarà negativo, rimane l’obbligo di isolamento domiciliare per 14 giorni, ma con un rigoroso protocollo di sicurezza da verificare con controlli a campione. È previsto, inoltre, anche un secondo tampone, che sarà effettuato dopo 7-10 giorni dal primo, per avere conferma dell’esito.

Situazione molto diversa da quella che ci era stata descritta l’altro giorno al Marconi da alcune badanti arrivate dall’Europa dell’Est: sottoposte al controllo della temperatura, dicevano però di non osservare la quarantena, ma parlavano semplicemente di un’autocertificazione.

La Regione dà le indicazioni sull’eventuale isolamento. Se la casa "della persona accudita ha caratteristiche che garantiscano l’isolamento, l’assistente familiare può seguire questa strada. Naturalmente, rispettando tutte le regole legate al protocollo di sicurezza consegnato – distanziamento, mascherina, guanti, misurazione della temperatura, igiene della persona e sanificazione degli ambienti domestici – a cui saranno sottoposti tutti i componenti della famiglia". Altrimenti, la badante trascorrerà il periodo di isolamento in un albergo convenzionato.

Il provvedimento si inserisce tra le azioni preventive già prese per chi arriva dai Paesi extra Schengen, o come gli screening tra i lavoratori del comparto della logistica, della lavorazione delle carni, delle Case residenza per anziani o tra gli studenti dell’Alma Mater, ai quali a settembre saranno proposti i tamponi, su base volontaria.

Donini: "Presto un incontro con i sindacati"

“La Regione Emilia-Romagna è sempre pronta al dialogo, su ogni tema, con le parti sociali. Per questo spero che l’incontro con i sindacati abbia luogo in quanto indispensabile e necessario per condividere l’organizzazione e i protocolli di sicurezza sanitaria riferiti alla quarantena dei lavoratori e delle lavoratrici rientranti dall’estero, con particolare riferimento alle badanti”.

Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, risponde ai sindacati, confermando come quello delle badanti sia un tema che rientra nel quadro generale della gestione dei rientri dall’estero, “su cui, sin dall’inizio della pandemia, prima il Governo attraverso i Dpcm, e la Regione con specifiche ordinanze, hanno assicurato la massima attenzione”.

L’assessore ricorda come nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri dell’11 giugno sulle ‘Disposizioni in materia di ingresso in Italia’ si stabilisce che ‘chiunque intende fare ingresso nel territorio nazionale, tramite trasporto di linea aereo, marittimo, lacuale, ferroviario o terrestre’, tra le altre cose, è tenuto ad indicare l’indirizzo completo dell’abitazione e della dimora in Italia dove sarà svolto il periodo di sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario.

“Un’attenzione, questa, al tema che la Regione Emilia-Romagna, prima in Italia, ha addirittura potenziato con l’ordinanza del presidente Bonaccini n.144 del 13 luglio- sottolinea Donini-. Nell’ordinanza si intensifica il controllo a seguito di rientro o arrivo in Italia da Paesi extra Schengen, con l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria: in questi casi, infatti, i Dipartimenti di Sanità Pubblica effettuano un tampone naso-faringeo per la ricerca di SARS-Cov-2 all’arrivo dei soggetti e, se negativi, un secondo tampone a distanza di 7 giorni, e comunque prima della conclusione dell’isolamento fiduciario”.

“Non c’è mai stata alcuna sottovalutazione quindi - ribadisce l’assessore-. Al contrario, quello dei rientri dall’estero è un tema che è stato sempre tra le priorità nella gestione dell’emergenza. Anzi, la quasi totalità dei casi positivi riscontrati in coloro che rientrano  dall’estero si è verificata già in isolamento domiciliare ed è frutto dell’importante azione di contact tracing svolta sul territorio”.

“Proprio in ragione di un impegno che è sempre stato garantito e condiviso con le parti sociali - chiude Donin i- rinnovo quindi l’invito ai sindacati ad incontrarci al più presto per definire i dettagli organizzativi della gestione della quarantena prevista per le assistenti familiari rientranti dall’estero. Presenteremo le nostre proposte, ascolteremo le loro valutazioni e, come sempre troveremo una soluzione condivisa nell’interesse della salute dei cittadini”.