Emilia Romagna, aumentano i fondi per le borse di studio. A chi spettano

Stanziati per l'anno accademico 2018/2019 quasi 90 milioni, il 9,93% in più sull'anno scorso

Bologna, zona universitaria

Bologna, zona universitaria

Bologna, 12 dicembre 2018 - Più fondi per le borse di studio degli universitari. E' di 89 milioni e 423mila il budget stanziato dall'Emilia-Romagna per l'anno accademico 2018/2019, una spesa che per la regione aumenta del 9,93% sull'anno precedente, quando erano stati stanziati 81 milioni e 334 mila euro. Aumenta anche la platea degli studenti idonei a ricevere le borse: saranno 22.945 (di cui oltre il 51% fuori sede), l'8,5% in più rispetto allo scorso anno, quando erano 21.135. Se si va indietro nel tempo e si confrontano i numeri di oggi con l'anno accademico 2009/2010, ci si accorge che gli idonei sono aumentati del 48% (erano 15.482) e la spesa è salita del 48,66% (era di 60.150.530 euro). Rispetto all'anno accademico 2014/15, gli studenti idonei sono aumentati del 19% (erano 19.265) e la spesa è salita del 21,5% (era di 73,5 milioni di euro).

CHI NE HA DIRITTO -  Le soglie economiche Isee e Ispe per accedere ai benefici sono rispettivamente di 23mila e 50mila euro. Le borse di studio hanno un valore che varia da un minimo di 1.097 ad un massimo di 5.192 euro annui, sulla base delle condizioni economiche dello studente e della condizione di studente pendolare, fuori sede o in sede. Per gli studenti che frequentano corsi che rilasciano titoli doppi o multipli che trascorrono all'estero presso l'Ateneo partner un periodo pari o superiore a sei mesi, è prevista una borsa di studio internazionale di importo fino ad un massimo di 5.495 euro. Alle borse di studio si affiancano altri interventi, quali gli assegni formativi compresi tra 2mila e 4mila euro per favorire l'accesso e la frequenza a Master, corsi di alta formazione e specializzazione all'estero; gli interventi straordinari, del valore massimo di 2mila euro per studenti in situazione di particolare difficoltà; i contributi per la partecipazione a programmi di mobilità internazionale di importo commisurato al periodo di soggiorno all'estero che vanno a sostegno delle spese di vitto e alloggio; i contributi e servizi per la partecipazione a percorsi di tirocinio formativo post lauream rivolti a studenti fuori sede borsisti nelle residenze Er.GO.

I FONDI - Per  garantire a tutti gli idonei borse e servizi, la Regione ha integrato le risorse nazionali provenienti dal Fis (Fondo integrativo statale) - 28 milioni di euro, la quota più alta a livello nazionale, che cresce dell'8,9% rispetto al 2017 (era 25,8 milioni di euro) - investendo ulteriori 39 milioni del bilancio regionale e del bilancio Ergo, di cui quasi 7 milioni del Programma operativo Fse 2014/2020. Risorse, queste ultime, che la Regione investe in diritto allo studio universitario, dopo aver chiesto e ottenuto dalla Commissione europea una modifica alla programmazione del fondo europeo destinato alle persone. A tali risorse si sommano, infine, i 22 milioni di euro di tassa regionale per il diritto allo studio universitario. 

I dati sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa dall'assessore regionale all'Università e Ricerca, Patrizio Bianchi, alla presenza del direttore dell'Azienda regionale per il diritto allo studio, Patrizia Mondin, dei rappresentanti degli atenei emiliano romagnoli, Elena Trombini (Unibo), Alessandro Capra (Unimore), Cinzia Bisi (Unife) e del presidente della Consulta degli studenti, Andrea Berselli.

"Investiamo anche risorse del Fondo sociale europeo, sostenendo complessivamente la spesa in denaro e servizi più alta mai stanziata da questa Regione, per garantire un diritto, quello di accedere ai più alti gradi dell'istruzione, e per innalzare la percentuale di laureati incrementando occupazione, attrattività e competitività del territorio regionale - spiega l'assessore Patrizio Bianchi -. Sostenere i giovani, e in particolare ragazzi e ragazze capaci, meritevoli e in difficili situazioni economiche, è un impegno che abbiamo assunto con massima determinazione il 12 novembre, firmando il Patto Giovani Più. L'eccellenza del nostro sistema universitario, la garanzia di poter accedere a servizi per il diritto allo studio, non scontata se si guarda al resto del Paese, e la qualità della vita che il nostro territorio offre anche ai più giovani sta aumentando in modo esponenziale gli iscritti ai nostri Atenei". Aggiunge l'assessore: "Dal 2015 ad oggi gli studenti iscritti nelle università dell'Emilia-Romagna sono passati da 144.565 a 164.583, con un aumento di oltre 20mila: è come se questa regione avesse un ateneo in più. Ne siamo orgogliosi- chiude Bianchi- e siamo pronti a mettere in campo tutto ciò che serve per proseguire in questa direzione e difendere questo primato, che è il risultato di una scelta ben precisa e condivisa: guardare sempre avanti, garantendo a tutti il diritto alla conoscenza".