Coronavirus Veneto news, a Rovigo cresce il contagio. Colpiti medici e infermieri

Altri nove casi anche nella giornata di ieri, tra i pazienti anche due persone rientrate da un viaggio in una località esotica

Emergenza coronavirus, il triage

Emergenza coronavirus, il triage

Rovigo, 23 marzo 2020 - Il contagio da coronavirus continua a crescere, nonostante la curva si assesti sempre intorno al 10%. I casi in Polesine aumentano di nove unità, molti dei quali sono medici o infermieri. Dei nuovi positivi quattro sono già ricoverati in ospedale, un anziano che si trovava in terapia intensiva a Rovigo ma,date le sue condizioni, è stato poi spostato nel reparto di Trecenta. Una professionista del settore sanitario in pensione, si trova in malattie infettive. Altri due uomini rientrati da un viaggio in località esotiche. Avevano iniziato a manifestare i sintomi e sono stati ricoverati nel reparto malattie infettive. In isolamento domiciliare due professioniste sanitarie che lavorano nell’ospedale di Legnago.

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La prima risiede in alto Polesine mentre la seconda nel medio Polesine. Un’infermiera di Rovigo che opera a Trento ma è domiciliata in città. Infine due uomini del basso Polesine. Uno dei due è appena rientrato da un viaggio all’estero ma é asinotmatco. Del totale dei casi positivi sono 18 le persone ricoverate nelle strutture, 4 nel reparto di malattie infettive e 14 nel reparto di terapia semi intensiva dell’ospedale Santa Maria della Misericordia. Quattro si trovano invece nel reparto di rianimazione del San Luca di Trecenta. Arrivano anche le buone notizie, uno dei quattro ricoverati in terapia intensiva a Trecenta sta meglio e non necessita più della ventilazione meccanica.

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Potrebbe essere spostato nel reparto di semi intensiva. Due dei positivi ricoverati in semi intensiva hanno superato il test del primo tampone, lo ripeteranno tra qualche giorno e se dovesse dare nuovamente esito negativo potrebbero essere dimessi. È partito anche un nuovo servizio Asl, chiamato ‘Automobile staffetta’. "E’ una macchina del 118 che risponderà alle chiamate dei cittadini che si trovano a casa e presentano dei sintomi sospetti – ha spiegato il direttore generale Antonio Compostella –. L’operatore che andrà ad intervenire farà una prima valutazione misurando la temperatura e il livello di ossigeno del paziente. Sei sintomi indicheranno un caso sospetto potrà anche effettuare un tampone a domicilio. In caso di sintomatolgia significativa verrà trasportato tramite ambulanza in ospedale. Questo servizio dovrebbe aiutarci ad accelerare i tempi e fare da filtro agli accessi del pronto soccorso".

Prosegue inoltre l’attività dei tamponi su casi sospetti e persone ricoverate, come il consueto screening sul personale sanitario che però, fino ad ora, ha dato fortunatamente solo esiti negativi. Da lunedì inizierà l’attività di cosiddetta ‘processazione’ dei tamponi al San Luca di Trecenta attraverso un’esattrice già presente in struttura e riconvertita per l’analisi. Con l’arrivo di quella acquistata dalla Regione Veneto sarà quindi possibile effettuare in maniera autonoma l’analisi di circa 200 tamponi al giorno, che andranno a sommarsi a quelli che già normalmente vengono inviati al laboratorio di Padova. Attualmente sono 541 i residenti in isolamento domiciliare e 675 i tamponi effettuati dall’Usl. Di questi 562 hanno dato esito negativo, 79 han no avuto esito positivo e 34 sono ancora in attesa di esito. I morti in Polesine finora sono due.