Covid e scuola, Bonaccini: "Dad o orari differenziati". Assist a De Luca

Il presidente della Regione Emilia Romagna commenta l'ordinanza della Campania e pungola il Governo: “Nelle prossime ore bisogna decidere”

Covid e scuola, Bonaccini: "De Luca avrà i suoi buoni motivi"

Covid e scuola, Bonaccini: "De Luca avrà i suoi buoni motivi"

Bologna, 16 ottobre 2020 – Che l'orizzonte dell'emergenza Covid non fosse definito una volta per tutta col Dpcm del 13 ottobre, lo si era capito subito. Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e dell'Emilia Romagna, aveva espresso un “parere condizionato”. Voleva dire che restano dei nodi da sciogliere, primo fra tutti quello che riguarda la scuola. L'ordinanza di De Luca in Campania sta lì a dimostrarlo.

“Se i contagi dovessero ulteriormente aumentare – dice Bonaccini davanti alle telecamere di Mattino 5 -, per non far perdere l'anno scolastico ai ragazzi le soluzioni sono due: o si introduce la didattica a distanza, parziale, totale, per coloro che hanno necessità; oppure si differenziano gli orari della scuola”. “Se gli orari scolastici vengono distribuiti in maniera più spalmata sull'arco della mattina e del pomeriggio - puntualizza - diminuisci la pressione su coloro che devono essere portati a scuola e riportati a casa”.

Ovviamente il discorso scivola sull'attualità, quindi sulla decisione del presidente della Campania di chiudere le scuole: “De Luca è stato appena rieletto con un plebiscito quindi immagino che i cittadini lo abbiano considerato come una persona capace, competente e affidabile”. “Se ha preso questa decisione – chiude il ragionamento - avrà i suoi buoni motivi, la Campania, se guardiamo i numeri, ha contagi in termini assoluti molto elevati e soprattutto ha una percentuale di positivi sulle persone sottoposte a tampone tra le più alte in Italia”.

Poi Bonaccini ricorda l'ora più buia di questa emergenza: “I decreti del Governo fissano gli indirizzi generali che valgono per tutte le regioni e il Governo permette alle regioni ed ai territori di poter restringere; io con Zaia e Fontana, il 24 febbraio scorso, per primi quando i contagi erano pochissimi chiudemmo le scuole”. E aggiunge: “Le chiusi chiamando tutti i sindaci e i presidenti di provincia, e presi quel provvedimento convinto di aver fatto bene".

"Bisogna nelle prossime ore provare insieme al Governo a fare valutazioni, discutere e decidere sulla questione della scuola e dei mezzi pubblici locali”, insiste il governatore.

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