Lo studio del professor Giannini (destra) sui benefici della vitamina D in pazienti Covid

Padova, 19 gennaio 2021 - La vitamina D diminuisce il numero di decessi per Coronavirus e i trasferimenti in terapia intensiva per chi è colpito dal virus. A dirlo sono i risultati del primo studio italiano pubblicato su 'Nutrients' coordinato dall’Università di Padova. Il team di ricercatori, che vede coinvolte le Università di Parma, di Verona e gli Istituti di Ricerca Cnr di Reggio Calabria e Pisa, guidato dal professor Sandro Giannini dell’Università di Padova ha infatti evidenziato scientificamente l’effettivo ruolo della vitamina D sui malati di Covid-19. Funzione protettiva della vitamina D verso gli agenti infettivi Sono molti gli studi, condotti a livello internazionale, sul ruolo immunomodulatore della vitamina D, che parrebbe svolgere una funzione protettiva verso agenti infettivi. Tuttavia, non vi sono attualmente molte informazioni su come la vitamina D possa influire sull’insorgenza ed il decorso della malattia nota come Covid-19. Molti lavori scientifici hanno associato l’ipovitaminosi D (cioè la carenza della vitamina stessa nel nostro organismo) a una maggiore esposizione alla malattia ed alle sue manifestazioni cliniche più aggressive. Poco era, invece, noto sugli effetti dell’assunzione di colecalciferolo (vitamina D nativa) in pazienti già affetti da Covid-19. Il punto Anticorpi Coronavirus, primo studio al mondo sull'uomo. "Potenziale cura al Covid" - Anticorpi monoclonali, dalle Coop 1.5 milioni per la ricerca "La terapia con colecalciferolo assunta prima del contagio può favorire un decorso meno critico" Una recente ricerca francese aveva suggerito che la terapia con colecalciferolo, assunta nei mesi precedenti il contagio, potesse favorire un decorso meno critico in pazienti anziani fragili affetti da Covid-19. Lo studio Effectiveness of In-Hospital Cholecalciferol Use on Clinical Outcomes in Comorbid Covid-19 Patients: A Hypothesis-Generating Study è stato pubblicato in questi giorni nella prestigiosa rivista 'Nutrients' e mostra come la somministrazione di vitamina D in soggetti affetti da Covid-19 con comorbidità (cioè affetti da patologie pregeresse) abbia potenziali effetti positivi sul decorso della malattia. La curiosità Trump, ecco la cura anti-Covid. Dieta leggera, antivirali e melatonina Lo studio su 91 pazienti affetti da Covid "La nostra è stata una ricerca retrospettiva condotta su 91 pazienti affetti da Covid-19, ospedalizzati durante la prima ondata pandemica nella area Area Covid-19 della Clinica Medica 3 dell’Azienda Ospedale-Università di Padova – ha spiegato il professor Sandro Giannini, del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova e primo firmatario dello studio -. I pazienti inclusi nella nostra indagine, di età media 74 anni, erano stati trattati con le associazioni terapeutiche allora adoperate in questo contesto e, in 36 soggetti su 91 (39.6%), con una dose elevata di vitamina D per 2 giorni consecutivi". "I rimanenti 55 soggetti (60.4%) - continua il professor Giannini - non erano stati trattati con vitamina D. La scelta del medico di trattare i pazienti era stata essenzialmente basata su alcune caratteristiche cliniche e di laboratorio: avere bassi livelli nel sangue di vitamina D al momento del ricovero; essere fumatori attivi; dimostrare elevati livelli di D-Dimero ematico (indicatore di maggiore aggressività della malattia); presentare un grado rilevante di comorbidità". Lo studio aveva l’obiettivo di valutare se la proporzione di pazienti che andavano incontro al trasferimento in Unità di Terapia Intensiva e o al decesso potesse essere condizionata dall’assunzione di vitamina D. Durante un periodo di follow-up di 14 giorni circa, 27 (29.7%) pazienti venivano trasferiti in Terapia Intensiva e 22 (24.2%) andavano incontro al decesso. Nel complesso, 43 pazienti (47.3%) andavano incontro a 'decesso o trasferimento in Terapia intensiva. Gli studi Covid e obesità: "Il rischio raddoppia, ecco perché" "Maggiore è il numero delle patologie pregresse più evidente è il beneficio della vitamina D" "L’analisi statistica rivelava che il 'peso' delle comorbidità (rappresentate dalla storia di malattie cardiovascolari, broncopneumopatia cronica ostruttiva, insufficienza renale cronica, malattia neoplastica non in remissione, diabete mellito, malattie ematologiche e malattie endocrine) modificava in modo ampiamente significativo l’effetto protettivo della vitamina D sull’obiettivo dello studio, in modo tale che maggiore era il numero delle comorbidità presenti, più evidente era il beneficio indotto dalla vitamina D. "Rischio mortalità o trasferimento in terapia intensiva cala dell'80%" "In particolare – conclude il professor Giannini -, nei soggetti che avevano assunto il colecalciferolo, il rischio di andare incontro a decesso o trasferimento in terapia intensiva era ridotto di circa l’80% rispetto ai soggetti che non l’avevano assunto. Il nostro lavoro dimostra, quindi, il potenziale effetto benefico della somministrazione della vitamina D in quei pazienti affetti da Covid-19 che, come molto spesso accade, presentano rilevanti comorbidità ed indica l’opportunità di condurre studi appropriati a conferma di questa ipotesi".

Cronaca

Padova, 19 gennaio 2021 - La&nbsp;vitamina&nbsp;D diminuisce il numero di decessi per <a href="https://www.quotidiano.net/cronaca/covid-italia-oggi-bollettino-1.5924500">Coronavirus</a> e i trasferimenti in terapia intensiva per chi è colpito dal virus. A dirlo sono i risultati del primo studio italiano pubblicato su 'Nutrients'&nbsp;coordinato dall’Università di Padova. Il team di ricercatori, che vede coinvolte le Università di Parma, di Verona e gli Istituti di Ricerca Cnr&nbsp;di Reggio Calabria e Pisa,&nbsp;guidato dal professor&nbsp;Sandro Giannini dell’Università di Padova ha infatti evidenziato&nbsp;scientificamente l’effettivo ruolo della vitamina D sui malati di Covid-19. 
<h2 class="title-paragraph">Funzione protettiva della vitamina D verso gli agenti infettivi</h2> 
Sono molti gli studi, condotti a livello internazionale,&nbsp;sul ruolo immunomodulatore della vitamina D, che parrebbe svolgere una funzione protettiva verso agenti infettivi. Tuttavia, non vi sono attualmente molte informazioni su come la vitamina D possa influire sull’insorgenza ed il decorso della malattia nota come Covid-19. Molti lavori scientifici hanno associato l’ipovitaminosi D (cioè la carenza della vitamina stessa nel nostro organismo) a una maggiore esposizione alla malattia ed alle sue manifestazioni cliniche più aggressive. Poco era, invece, noto sugli effetti dell’assunzione di colecalciferolo (vitamina D nativa) in pazienti già affetti da Covid-19. 
Il punto&nbsp;<a data-img="/polopoly_fs/1.5185183!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Operatori sanitari al lavoro (Ansa)" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.5185183!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.5185164" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.quotidiano.net/salute/coronavirus-anticorpi-cura-1.5185164" title="Anticorpi Coronavirus, primo studio al mondo sull&amp;#39;uomo. &amp;quot;Potenziale cura al Covid&amp;quot;">Anticorpi Coronavirus, primo studio al mondo sull'uomo. "Potenziale cura al Covid"</a>&nbsp;-&nbsp;<a data-img="/polopoly_fs/1.5910236!/httpImage/image.octet-stream_gen/derivatives/wide_680/image.octet-stream" data-img-alt="" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.5910236!/httpImage/image.octet-stream_gen/derivatives/wide_325/image.octet-stream" data-polopoly-id="1.5910237" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/anticorpi-monoclonali-dalle-coop-1-5-milioni-per-la-ricerca-1.5910237" title="Anticorpi monoclonali, dalle Coop 1.5 milioni per la ricerca">Anticorpi monoclonali, dalle Coop 1.5 milioni per la ricerca</a> 
<h2 class="title-paragraph">"La terapia con colecalciferolo assunta prima del contagio può favorire un decorso meno critico"</h2> 
Una recente ricerca francese aveva suggerito che la terapia con colecalciferolo, assunta nei mesi precedenti il contagio, potesse favorire un decorso meno critico in pazienti anziani fragili affetti da Covid-19. Lo studio Effectiveness of In-Hospital Cholecalciferol Use on Clinical Outcomes in Comorbid Covid-19 Patients: A Hypothesis-Generating Study è stato pubblicato in questi giorni nella prestigiosa rivista 'Nutrients'&nbsp;e mostra come la somministrazione di vitamina D in soggetti affetti da Covid-19 con comorbidità (cioè affetti da patologie pregeresse) abbia potenziali effetti positivi sul decorso della malattia. 
La curiosità&nbsp;<a data-img="/polopoly_fs/1.5572399!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Donald Trump" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.5572399!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.5572369" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.quotidiano.net/esteri/covid-trump-cura-1.5572369" title="Trump, ecco la cura anti-Covid. Dieta leggera, antivirali e melatonina">Trump, ecco la cura anti-Covid. Dieta leggera, antivirali e melatonina</a> 
<h2 class="title-paragraph">Lo studio su 91 pazienti affetti da Covid</h2> 
"La nostra è stata una ricerca retrospettiva condotta su 91 pazienti affetti da Covid-19, ospedalizzati durante la prima ondata pandemica nella area Area Covid-19 della Clinica Medica 3 dell’Azienda Ospedale-Università di Padova – ha spiegato il professor&nbsp;Sandro Giannini, del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova e primo firmatario dello studio -. I pazienti inclusi nella nostra indagine, di età media 74 anni, erano stati trattati con le associazioni terapeutiche allora adoperate in questo contesto e, in 36 soggetti su 91 (39.6%), con una dose elevata di vitamina D per 2 giorni consecutivi". 
"I rimanenti 55 soggetti (60.4%) - continua il professor Giannini - non erano stati&nbsp;trattati con vitamina D. La scelta del medico di trattare i pazienti era stata essenzialmente basata su alcune caratteristiche cliniche e di laboratorio: avere bassi livelli nel sangue di vitamina D al momento del ricovero; essere fumatori attivi; dimostrare elevati livelli di D-Dimero ematico (indicatore di maggiore aggressività della malattia); presentare un grado rilevante di comorbidità".&nbsp;Lo studio aveva l’obiettivo di valutare se la proporzione di pazienti che andavano incontro al trasferimento in Unità di Terapia Intensiva e o al decesso potesse essere condizionata dall’assunzione di vitamina D. Durante un periodo di follow-up di 14 giorni circa, 27 (29.7%) pazienti venivano trasferiti in Terapia Intensiva e 22 (24.2%) andavano incontro al decesso. Nel complesso, 43 pazienti (47.3%) andavano incontro a 'decesso o trasferimento in Terapia intensiva. 
Gli studi&nbsp;<a data-img="/polopoly_fs/1.5906264!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Covid: l&amp;#39;obesità è un fattore di rischio" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.5906264!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.5906263" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.ilrestodelcarlino.it/cronaca/covid-obesita-1.5906263" title="Covid e obesità: &amp;quot;Il rischio raddoppia, ecco perché&amp;quot;">Covid e obesità: "Il rischio raddoppia, ecco perché"</a> 
<h2 class="title-paragraph">"Maggiore è il numero delle patologie pregresse più evidente è il beneficio della vitamina D"</h2> 
"L’analisi statistica rivelava che il 'peso'&nbsp;delle comorbidità (rappresentate dalla storia di malattie cardiovascolari, broncopneumopatia cronica ostruttiva, insufficienza renale cronica, malattia neoplastica non in remissione, diabete mellito, malattie ematologiche e malattie endocrine) modificava in modo ampiamente significativo l’effetto protettivo della vitamina D sull’obiettivo dello studio, in modo tale che maggiore era il numero delle comorbidità presenti, più evidente era il beneficio indotto dalla vitamina D. 
<h2 class="title-paragraph">"Rischio mortalità o trasferimento in&nbsp;terapia intensiva cala&nbsp;dell'80%"</h2> 
"In particolare – conclude il professor&nbsp;Giannini -, nei soggetti che avevano assunto il colecalciferolo, il rischio di andare incontro a decesso o trasferimento in terapia intensiva&nbsp;era ridotto di circa l’80% rispetto ai soggetti che non l’avevano assunto. Il nostro lavoro dimostra, quindi, il potenziale effetto benefico della somministrazione della vitamina D in quei pazienti affetti da Covid-19 che, come molto spesso accade, presentano rilevanti comorbidità ed indica l’opportunità di condurre studi appropriati a conferma di questa ipotesi".

"Covid, con la vitamina D rischio di decesso e ricovero in Intensiva calato dell'80%" 

image

Esteri

Sale la tensione a Gaza, oltre 100 razzi su Israele

A Milano conferenza su Papa Giovanni XXIII, patrono dell'Esercito

Ucraina, i volontari della Papa Giovanni XXIII nei sotterranei di Mykolaiv

Potrebbe interessarti anche

Egitto, altra delusione per Zaki: udienza rinviata al 18 luglio

Ucraina, cordoglio di Francia e Usa per la morte del giornalista Afp

Ramallah ricorda reporter di Al Jazeera Shireen: "Vogliamo giustizia"

Covid, Papa Francesco: "Trovare cura per i virus umani"

Giuseppe Tisba e il figlio Andrea, Noemi Bartolucci, Fernando Olivi e Diego Chiappetti    

Alluvione nelle Marche, 13 morti: Brunella Chiù ancora dispersa

Il padre del piccolo ha scoperto tutto videochiamando il figlio (repertorio)

Ravenna, violenza sessuale sul nipotino: a processo    

Truffe ai risparmiatori, indagati due pesaresi    

L'anfora romana ritrovata

Rimini, anfora romana recuperata dai sommozzatori della Finanza / VIDEO 

UOMO A PROCESSO



Schede telefoniche  attivate di nascosto  

Nuovo vaccino covid, quando le prime dosi aggiornate con Omicron 1 nelle Marche

Nuovo vaccino covid: quando e come prenotare nelle Marche

"Covid, con la vitamina D rischio di decesso e ricovero in Intensiva calato dell'80%"  - Cronaca

Tutte le notizie, foto e video di oggi su cronaca, politica, sport, economia, tecnologia e motori dall'Emilia Romagna e dalle Marche in tempo reale. 

Tutte le ultime notizie in tempo reale dall'Emilia Romagna e dalle Marche

QN Mobilità

Top Aziende

Cronisti in Classe

Premio Mascagni

Top 500 Bologna

Top 500 Romagna

Aste e tribunali

Alfasigma

Distretti

Podcast

Eventi digitali

Teatri in Regione

Imprese Vincenti

il Resto del Carlino - Notizie di Bologna e dell’Emilia Romagna, di Ancona e delle Marche

"Covid, con la vitamina D rischio di decesso e ricovero in Intensiva calato dell'80%"

La ricerca guidata dal professor Giannini e che vede coinvolte l'Università di Padova e Parma: "Maggiori benefici per chi ha più patologie"

Iscriviti alla newsletter.

Il modo più facile per rimanere sempre aggiornati

Dalla stessa sezione