Emilia Romagna: zona rossa in tutta la regione? Il rischio è concreto

Bonaccini: "L'Rt è arrivato a 1,25". Ospedali a rischio tenuta. Dal 4 marzo scatta la stretta a Bologna e Modena, ma venerdì il Governo può decidere di estendere le restrizioni alle altre province: ecco perché

Tutta l'Emilia Romagna rischia di finire in zona rossa

Tutta l'Emilia Romagna rischia di finire in zona rossa

Bologna, 3 marzo 2021 - L'Emilia-Romagna si dibatte nella stretta del Covid. Da domani al 21 marzo, Bologna e Modena entreranno in zona rossa, mentre Reggio Emilia approderà alla fascia arancione scuro (qui l'ordinanza), andando a far compagnia a Ravenna, Cesena e Rimini (fuori al momento il distretto di Forlì).

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Venerdì prossimo ci sarà l'analisi della cabina di regìa nazionale e la regione Emilia Romagna rischia seriamente, dal 6 marzo in poi, di entrare in zona rossa per intero, dal momento – come sottolineato dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, stamattina – che “l'Rt è arrivato a 1,25”, proprio la soglia di rischio stabilita i mesi scorsi per entrare nella fascia rossa. “Non potevamo aspettare" a far entrare Bologna e Modena in zona rossa - ha spiegatoil governatore, "dovevamo farlo subito, anche perché il ministero registra dati già vecchi e la realtà è già peggiore di quei dati”. 

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La situazione appare particolarmente critica nelle scuole, a causa della rapida circolazione del virus dovuta alla variante inglese che colpisce soprattutto i ragazzi sotto i 19 anni e i bambini. Nelle ultime due settimane, i contagi hanno avuto una diffusione fulminea. “La variante inglese è diventata maggioritaria in Italia e soprattutto in Emilia Romagna. "Pare essere quasi un nuovo virus per la velocità di diffusione” avverte Bonaccini. E la tenuta sanitaria degli ospedali è a rischio, soprattutto sul fronte delle terapie intensive che – ha spiegato stamattina l'assessore alle Politiche della Salute, Raffaele Donini, sono “vicine al livello di saturazione" a Bologna e Modena. Negli ultimi 15 giorni, in Emilia Romagna, si sono registrati 423 decessi e 24.878 nuovi casi, con l’incidenza (cioè numero di contagi su 100mila abitanti) passata da 255 nella settimana dal 15 al 21 febbraio a 341 in quella successiva, con un forte impatto sui ricoveri,

Suddivisione casi ancora attivi per tipologia di ricovero
Suddivisione casi ancora attivi per tipologia di ricovero
Gli ospedali

Negli ospedali bolognesi sono occupati 80 posti letto su 85 nei reparti di terapia intensiva destinati al Covid. A Modena 47 su 52. La media di casi per 100.000 abitanti è rispettivamente di 377 e 425. A Reggio Emilia ci sono 280 casi ogni 100.000 abitanti, 202 ricoveri in reparto e 17 in terapia intensiva. Tanto a Bologna, quanto a Modena, i ricoveri in reparto sono incrementati di circa un terzo nell'ultima settimana, da 477 a 641 nel capoluogo, da 272 a 358 sotto la Ghirlandina. I livelli di saturazione fissati sono del 40% per quanto riguarda i reparti Covid e, in Emilia-Romagna, si è arrivati proprio al 40%; e del 30% per le terapie intensive e il limite è stato superato perché – riporta ancora Donini – si è arrivati all'occupazione del 32%. "Abbiamo superato il livello di guardia", avverte l'assessore.

Le scuole

Le più flagellate dalla pericolosa variante inglese sono le scuole, una delle ragioni che hanno indotto la Regione, d'accordo coi sindaci, a fermare le lezioni in presenza. Da settembre sono stati in tutto 18.197 gli studenti contagiati, insieme a 3.043 dipendenti della scuola. Ma, nelle ultime due settimane, il numero "è letteralmente impennato" ha sottolineato l'assessore Donini. Dal 14 al 28 febbraio ci sono stati 3.233 casi solo tra gli studenti, quindi il 18% del totale si è verificato nelle ultime due settimane. Stesso discorso per il personale scolastico: nelle ultime due settimane sono 483 i contagiati, quindi il 15% del totale. Nel mese di febbraio i focolai scolastici sono stati ben 651