La perdita dell’olfatto per covid: più avvertita nei casi lievi

Solo il 7 per cento dei malati critici segnala questo sintomo. "Nel 95% dei pazienti ritorna entro 6 mesi". Lo rivela una ricerca internazionale a cui ha preso parte anche l’unità operativa del ‘Morgagni-Pierantoni’

Il dottor Giovanni Cammaroto, dell’equipe diretta dal prof Claudio Vicini

Il dottor Giovanni Cammaroto, dell’equipe diretta dal prof Claudio Vicini

Forlì, 9 gennaio 2021 - Il Covid riduce il senso dell’olfatto a molte persone colpite dal virus, ma entro 6 mesi il 95% dei pazienti lo riacquista. E sono i pazienti più lievi a segnalare più spesso il problema. Il fenomeno è stato descritto in un studio pubblicato sul Journal of Internal Medicine, a cui ha collaborato un team internazionale di cui fa parte anche il dottor Giovanni Cammaroto, dell’unità operativa di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Forlì, diretta dal prof. Claudio Vicini.

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Dottor Cammaroto, com’è nata questa ricerca? "Siamo stati i primi, in uno studio internazionale pubblicato ad aprile, a segnalare la perdita dell’olfatto come uno dei sintomi del Coronavirus. E ora, con una nuova ricerca, abbiamo riportato l’esito del monitoraggio a distanza di mesi".

Come vi spiegate che all’inizio della pandemia non si parlava di questo effetto collaterale? "In Cina questa peculiarità del virus non era stata notata. Si ipotizza che un recettore cui si lega il Covid sia più presente nel naso delle popolazioni caucasiche che in quelle asiatiche".

Come siete giunti a questo risultato? "Grazie al fatto che l’unità operativa di Forlì diretta dal prof.Vicini gode di fama europea, ho potuto far parte del gruppo giovani della Società internazionale di Otorinolaringoiatria. In tale contesto, avevo già collaborato col dottor Jerome R. Lechien, ricercatore dell’Università Paris Saclay, che era molto attento nello studio del gusto e dell’olfatto e che ha coordinato l’indagine. L’articolo della primavera scorsa, che ebbe vasta eco, fu pubblicato sugli European Archives of Oto-Rhino-Laryngology".

Cosa dice la vostra esperienza al Morgagni-Pierantoni? "Abbiamo esaminato decine di pazienti e i risultati, riportati nello studio uscito da poco che prende in esame casi in Francia, Belgio, Italia e Spagna, dicono che la riduzione dell’olfatto è presente nell’85,9% dei casi lievi, nel 4,5% di quelli moderati e nel 6,9% dei pazienti critici".

Come ve lo spiegate? "È probabile che i pazienti che hanno sintomi meno gravi prestino molta più attenzione al problema dell’olfatto, mentre chi soffre di difficoltà respiratorie presenta meno sensibilità alla questione. Ciò influenza le risposte dei pazienti che sono stati monitorati".

Quando si recupera il senso delgusto? "La media è di 21,6 giorni dall’infezione, ma un quarto dei pazienti dice di non averlo recuperato due mesi dopo. Nella stragrande maggioranza dei casi, però, entro i 6 mesi dal contagio, tutto si risolve".

Esistono delle terapie per facilitare la ripresa? "Sì, ci sono esercizi olfattivi che espongono i pazienti a olii essenziali, caffè o altri aromi intensi, in modo da stimolare le fibre olfattive".

I pazienti della seconda ondata pandemica manifestano gli stessi sintomi? "In sostanza sì, ma il monitoraggio è ancora in corso".