Quadri rubati dai nazisti tedeschi torneranno in Italia

Spariti da Firenze, finirono a Belgrado grazie a una spia. Tiziano, Tintoretto e Carpaccio sono riemersi in una mostra a Bologna, ora l'accordo con il governo serbo

Cristina di Danimarca di Tiziano

Cristina di Danimarca di Tiziano

Bologna, 5 giugno 2021 - Confiscati, cioè rubati, in Italia dai nazisti guidati dal nucleo Kunstschutz, i protettori dell’arte, di Hermann Goering, all’ombra di una spy story con agenti segreti dell’Est e finale di donne e seduzione, otto preziosi dipinti cinquecenteschi hanno viaggiato dall’Europa al Sud America e ritorno, per finire al Museo nazionale di Belgrado. Nella turbolenza del Dopoguerra furono considerati scomparsi come altre centinaia di opere d’arte che il nazista ciccione, Goering, arraffò in mezza Europa per farle confluire in un museo all’ombra della croce uncinata a Berlino.

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Questo fu il destino di otto dipinti, fra cui un Tintoretto, un Carpaccio e un Tiziano che poi ricomparvero nel 2018 in una mostra alla Pinacoteca di Bologna. Con strascico giudiziario finito in nulla per quattro funzionari ministeriali. Adesso i dipinti, la cui sequenza errabonda fu rintracciata dai segugi del Nucleo Patrimonio tutela culturale dei carabinieri, torneranno in Italia. Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, e il suo omologo serbo, hanno trovato un accordo: le otto tele, sottratte a Firenze, rientreranno pur con tempi e modi da definire e un sistema di prestito a Belgrado, ma certifica che si tratta di un patrimonio italiano.

I Monuments men alleati, i recuperatori di opere d’arte trafugate, li affidarono al Centro raccolta di Monaco. Siamo nel 1949. Un agente segreto slavo, Ante Topic, nome in codice Mimara, trafficò in modo da farli figurare di proprietà della Jugoslavia Titina. Come nella migliore tradizione delle spie c’era di mezzo una donna. Mimara sedusse una storica dell’arte tedesca al servizio degli alleati, la quale affermò che i quadri appartenevano alla Jugoslavia.

Sparirono le tele e sparirono i due piccioncini, che poi si sposarono. Prima di finire a Belgrado i dipinti viaggiarono ancora in Argentina, poi tornarono passando dal Belgio. E calò il silenzio. E Mimara, pare, ricavò anche un guadagno personale. Poi arrivò la mostra di Bologna, "Da Carpaccio a Canaletto". Un carabiniere del Nucleo artistico abituato a scrutare mostre e gallerie d’arte si accorse dei quadri rubati da Goering. Ora l’Italia aspetta di riabbracciare la Madonna con bambino del Tintoretto, il San Sebastiano di Vittore Carpaccio, il Ritratto di Cristina di Danimarca di Tiziano e gli altri cinque capolavori.