Sanità, altri 400 milioni alle Regioni per le spese Covid della quarta ondata

La seconda di due tranche. Nella prima 30 milioni all'Emilia Romagna. Donini: “Un passo avanti importante, ma tutte le spese dovrebbero essere coperte dallo Stato”

Raffaele Donini, assessore alla Sanità regionale

Raffaele Donini, assessore alla Sanità regionale

Bologna, 18 febbraio 2022 - Alle Regioni 800 milioni di euro per sostenere le spese Covid. Dopo il via libera della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni alla proposta di ripartire il contributo statale di 400 milioni per la copertura delle spese sanitarie legate alla pandemia nel 2021, è di oggi la notizia di altri 400 milioni di euro che il Governo si appresta a stanziare per le spese Covid sostenute dalle Regioni per fronteggiare la quarta ondata e l'aumento della bolletta energetica per le strutture sanitarie.

Si tratta quindi della seconda di due tranche: la prima, sempre di 400 milioni, a valere sul 2021 e la seconda per coprire i costi della quarta ondata. Nella prima tranche previsti 30 milioni di euro all’Emilia-Romagna, da quantificare quelli della seconda.

Covid oggi: bollettino coronavirus del 18 febbraio 2022 in Emilia Romagna

Donini: "Grazie al governo"

“Un primo passo importante di cui siamo soddisfatti", commenta Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la Salute e coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni. "Ringraziamo il Governo e il ministro Speranza, a cui avevo scritto e che ieri ha incontrato il presidente Bonaccini, per questa ulteriore tranche di 400 milioni di euro a sostegno delle spese Covid. Resta però la convinzione delle Regioni sul fatto che la spese Covid debbano essere pienamente a carico dello Stato e che quelle sostenute dalle Regioni debbano essere coperte per intero. Siamo certi che il lavoro fatto finora insieme possa proseguire per arrivare a centrare anche questo obiettivo. Per non mettere in difficoltà la sanità pubblica, chiamata tuttora a fronteggiare l’emergenza sanitaria e a recuperare le prestazioni arretrate, a partire dalle liste d’attesa, un dovere nei confronti dei cittadini, soprattutto i più fragili”.