Superbonus 110, la proposta: "Diventi misura strutturale"

La proposta di Paolo Mazzini (Cna): "Tante piccole imprese rischiano di saltare. Bisogna ridare fiato al settore, riducendo il benefit al 70%"

Paolo Mazzini, presidente Cna Costruzioni

Paolo Mazzini, presidente Cna Costruzioni

Ferrara, 1 ottobre 2022 - "Il Superbonus 110 per cento stenta a rimettersi in moto, e questo comporta danni gravissimi per le imprese, che non ricevono pagamenti per le fatture già emesse e non riescono a mandare avanti i lavori in corso". Così Paolo Mazzini, presidente di Cna Costruzioni fa il punto e delinea il quadro del settore edilizio. "Se vogliamo evitare il fallimento di tante aziende locali di costruzioni, dobbiamo uscire da questo impasse, e per farlo è necessario avviare al più presto un confronto tra gli stessi costruttori e il mondo bancario locale. Intanto bisogna guardare al futuro, e pensare a una riformulazione del superbonus che lo renda strutturale ma con una agevolazione più bassa, pari al 70/80%".

Andiamo per ordine. "La recente conversione in legge del Decreto Aiuti Bis – prosegue – contiene un provvedimento molto atteso, che però non ha sortito gli effetti sperati: è stata infatti ridotta ai soli casi di dolo o colpa grave la responsabilità solidale delle banche rispetto al credito fiscale generato dal superbonus o dagli altri bonus edilizi. La nuova norma doveva sbloccare, a livello nazionale, circa dieci miliardi di crediti fiscali, e così permettere a centinaia di cantieri di ripartire. Nulla di tutto questo è avvenuto, forse perché il concetto di dolo o colpa grave contiene un elemento di ambiguità che spaventa le banche, e le induce a non sbloccare i crediti". Per questo "è urgentissimo un incontro con le Banche locali, per capire insieme come superare un incaglio normativo che sta danneggiando tutti: le imprese naturalmente, ma anche tanti cittadini che non riescono a vedere la fine dei lavori in corso nelle proprie abitazioni". Intanto "dobbiamo pensare al futuro".

Rendere "strutturale il superbonus andrebbe a vantaggio di tutti: – prosegue – le imprese, i cittadini e naturalmente le banche, senza le quali il meccanismo inevitabilmente si inceppa. Come è stato ipotizzato a livello nazionale, il nuovo superbonus potrebbe prevedere un credito fiscale più basso di quello attuale, intorno al 70/80%. In questo modo diverrebbe più sostenibile e manterrebbe nel tempo i propri effetti benefici sull’economia e sul patrimonio immobiliare degli italiani: tutto ciò a patto che le banche abbassino un po’ il costo del denaro rispetto ai parametri attuali". In conclusione. "È essenziale – chiude Mazzini – ridare fiato, nell’immediato e nel medio termine, a uno strumento che ha sostenuto la ripresa delle piccole e medie imprese delle costruzioni e dell’impiantistica. Non dobbiamo dimenticare che le piccole e medie imprese in questi settori garantiscono flessibilità, capacità di adattarsi al mercato, purché siano messe in condizioni di lavorare".