PAOLO MORELLI
Alluvione: un anno dopo

Tragedia di Ronta un anno dopo l’alluvione: "I miei genitori non vennero avvertiti in tempo"

Lucia Manuzzi, figlia delle due vittime dell’esondazione, ha presentato un esposto alla Procura

Tragedia di Ronta un anno dopo l’alluvione: "I miei genitori non vennero avvertiti in tempo"

Cesena, 3 maggio 2024 – A pochi giorni dall’anniversario dell’alluvione che il 16 maggio 2023 le portò via entrambi i genitori e distrusse l’azienda che dava lavoro a tutti e tre, Lucia Manuzzi, 34 anni, non ha ancora trovato la forza di tornare a vivere nella casa di famiglia, a Ronta, nella bassa cesenate. "Voglio farlo e lo farò, ma non sono ancora pronta. Per ora vivo a casa del mio ragazzo e tiro avanti facendo lavori saltuari" ci dice dopo aver meditato a lungo prima di accettare la nostra richiesta di incontrarla insieme al suo avvocato Riccardo Luzi. Lucia Manuzzi ha presentato alla Procura della Repubblica di Forlì un circostanziato esposto nel quale risulta persona offesa, ma né lei né il suo avvocato vogliono parlarne. "Chiedo giustizia e ho fiducia nella magistratura" è l’unica cosa che dice a questo proposito.

I coniugi Marinella ‘Palma’ Maraldi, Sauro Manuzzi e la figlia Lucia Manuzzi
I coniugi Marinella ‘Palma’ Maraldi, Sauro Manuzzi e la figlia Lucia Manuzzi

Cosa ricorda di quella drammatica giornata?

"Tutto, non potrò mai dimenticare quella sera e quella notte, a partire dalle 20.22 quando sentii gridare perché l’acqua stava arrivando in via Fiume di Ronta. Ero in casa e stavo preparando la cena, ricordo bene l’ora perché subito telefonai ai miei genitori che stavano finendo di lavorare nell’azienda in cui producevamo piante officinali, che si trova dall’altra parte della strada".

Quanto dista dal fiume Savio la sua casa?

"Circa un chilometro, forse qualcosa in più".

Dov’erano suo padre Sauro e sua madre Palma?

"In una serra dell’azienda, stavano finendo di imbustare un prodotto. Mi hanno detto che sarebbero venuti a casa subito, ma intanto il livello dell’acqua cresceva e io non potevo raggiungerli, poi i loro telefonini si sono spenti, ma sentivo gli urli di mio padre. Ho chiamato mio zio, vigile del fuoco in pensione, che con grande fatica è arrivato nella serra, ma mia madre non c’era più e mio padre era allo stremo e poco dopo è morto".

E lei?

"L’acqua stava salendo, era andata via la luce e sono andata al piano superiore dove ho trovato due torce elettriche. Poco dopo le tre è arrivato un mezzo anfibio dei vigili del fuoco, sono salita e abbiamo caricato altra gente. Ho trovato rifugio da un’amica a Martorano. Mia madre l’hanno trovata il giorno dopo in spiaggia a Zadina, mio padre era rimasto nella serra".

Si aspettava l’alluvione?

"No, non me l’aspettavo proprio. Il giorno prima avevo sentito che sarebbero state chiuse le scuole, ma non mi sembrava un allarme particolare".

Qualcuno l’ha avvisata che avrebbe dovuto abbandonare la casa?

"No, non abbiamo avuto alcun avviso. Successivamente ho saputo che il sindaco Lattuca faceva aggiornamenti sulla situazione su Facebook e Telegram, ma non tutti seguono in continuazione i social, e soprattutto quando vedi l’acqua che arriva non stai a controllare il telefonino. Senza contare che molti anziani non hanno uno smartphone o frequentano i social. Mia mamma, per esempio, aveva ancora un telefono a conchiglia che non è stato trovato".

Cosa sarebbe stato necessario fare?

"La cosa migliore sarebbe stata mandare i volontari della Protezione Civile di casa in casa e passare nelle strade con auto dotate di megafono. Così forse la gente avrebbe saputo cosa fare per mettersi in salvo"

Lucia, che aiuti ha ricevuto fino a ora?

"Tremila euro del Cis, il contributo di immediato sostegno, e duecento euro da una raccolta fondi di Bergamonews, ma per averli è stato necessario l’intervento dell’avvocato".

Altri duecento euro sono stati assegnati a una famiglia che abita poco lontano. Una raccolta fondi decisamente poco fortunata. E il risarcimento per i danni alla casa e all’azienda?

"Un tecnico sta provvedendo alle perizie, le procedure sono un po’ complicate, ma spero che il risarcimento arrivi presto".

Chi l’ha aiutata?

"All’inizio tanti mi sono stati vicini, sono venuti al funerale, mi hanno chiesto il numero di telefono, ma poi non ho sentito più nessuno. Invece mi ha aiutato in particolare Mauro Mazzotti, presidente del Comitato Alluvionati e Franati di Cesena, che mi ha messo in contatto col viceministro Galeazzo Bignami grazie al cui intervento sono riuscita a evitare il pagamento di una doppia tassa di successione. Adesso ho un altro problema legato alla prosecuzione dell’attività dell’azienda, spero di risolverlo col loro aiuto".