MARCO PRINCIPINI
Cronaca

Turismo a corto di manodopera. I sindacati: salari troppo bassi

Cgil, Cisl e Uil delle Marche all’attacco. "Basta con la retorica dei giovani scansafatiche"

Turismo a corto di manodopera. I sindacati: salari troppo bassi

Turismo a corto di manodopera. I sindacati: salari troppo bassi

Retribuzioni insufficienti, carichi di lavoro eccessivi e turni infiniti: secondo i sindacati, questa è la triade fatale che rende patologica la difficoltà nel trovare lavoratori nel settore del turismo. Per le segreterie regionali delle Marche della Filcams Cgil, della Fisascat Cisl e della Uiltucs Uil, alla vigilia della stagione estiva, non c’è alcuna "fuga dal lavoro inspiegabile", né alcun "rebus senza soluzione", invece "servono interventi chiari su due direttrici: salario e diritti".

In pratica, le direttrici di sempre. I sindacati contestano decisamente la retorica dei giovani bamboccioni scansafatiche. E’ vero che la manodopera da qualche tempo a questa parte si trova con grande difficoltà o non si trova affatto ma, dicono, per ben altri motivi. Fino a qualche anno fa, secondo Filcams, Fisascat e Uiltucs, "si guadagnava bene e il sistema della disoccupazione prima della riforma del 2015 consentiva di ammortizzare meglio i periodi di non lavoro per chi si trovava, per scelta o per necessità, a ripetere l’esperienza del lavoro stagionale". Ora, dopo la pandemia e la crisi energetica le piccole imprese del turismo marchigiano cercano personale ma con "poche azioni virtuose".

Per Cgil, Cisl e Uil "tanti giovani, quelli che la campagna mediatica che si apre ogni anno all’avvio della stagione buona descrivono come affetti da poca voglia di lavorare, preferiscono riadattare i consumi piuttosto che farsi occupare no-stop da un lavoro pesante e malpagato perché la rete di protezione familiare ancora consente di non dover accettare quei compromessi dove il lavoro straordinario si fa lavoro gratuito e dove non c’è contenuto professionale".

Secondo le tre sigle, "il turismo deve ripensarsi nella Marche e liberarsi dalle briglie di una stagione troppo corta per offrire occupazione stabile". La domanda di lavoro trova corrispondenza nell’offerta quando il lavoro è equamente remunerato e quando il contenuto professionale dell’impiego offerto è adeguato. "Il mismatching del mercato del lavoro non lo si supera con gli slogan" sostengono Cgil, Cisl e Uil.

I sindacati si rivolgono dunque anche alle associazioni datoriali. Bisogna dare "pieno rispetto dei contratti nazionali, ma anche cogliere l’opportunità di costruire insieme un contratto integrativo che coniughi le esigenze del settore con quelle del lavoro. Salario, formazione, migliore gestione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro, welfare aziendale sono i contenuti possibili dell’accordo da cui ormai non si può prescindere se non vogliamo lasciare gli ombrelloni chiusi".