Valentino Rossi stronca Cesare Cremonini. "In moto? È cresciuto con la Vespa"

Siparietto televisivo con i due grandi amici vip. “Ecco qual è il problema di Vale dj”

Cesare Cremonini (Foto Serra) e Valentino Rossi (Ansa)

Cesare Cremonini (Foto Serra) e Valentino Rossi (Ansa)

Bologna, 28 aprile 2020 – La moto, la musica, le passioni e quelle serate tirate in lungo a cantare “Robin”. Valentino Rossi e Cesare Cremonini sono due grandi amici, si sa. Meno noto è il rapporto tra l’uno e il mestiere dell’altro, raccontato ieri in un gustoso siparietto davanti alle telecamere di #CasaSkySport. 

Prendete la moto, ad esempio. Con il privilegio di avere accanto un maestro come il Dottore, pronto a svelare anche i più inediti misteri della sua arte, viene spontaneo pensare ad un Cesare motociclista provetto. Non da gara magari, ma da far invidia ai centauri della domenica sì. E invece: “Cremonini in moto non mi sembra molto bene”, lo stronca il più volte campione del mondo. Come se Dio ti prendesse per l’orecchio per spedirti dritto all’inferno. Salvo trovare all’ultimo un’attenuante che ha il sapore agrodolce del purgatorio: “Lo vedo più a suo agio sul palco, perché lui è cresciuto con la Vespa e la Vespa ha il cambio con la mano e il freno a piede, sulle moto gli ci vogliono un po’ di chilometri”. Risate.

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L’artista incassa come un puglie consumato: “Bravo, bravo, è esattamente così”. Poi ribalta la prospettiva e restituisce il colpo. “Il problema di Vale Dj è che lui, se la pista è piena o vuota, non gliene frega niente: sono io che a volte vado dietro di lui e gli dico ‘sono le 6 e la pista è vuota, che cosa pensi di fare?’”.

Si scherza, è ovvio. Tra di loro corre il sangue buono degli amici veri. “Tanto che Cesare ha scritto la canzone che si intitola 46, per me è un grande onore – rivela Vale –, e io sono nascosto anche nel verso di un altro brano”. “Ma le mie preferite – puntualizza - sono ‘Nessuno vuole essere Robin’ e ‘Marmellata’”.

Video L'appello di Cesare Cremonini per la musica dal vivo

Ecco lo spunto per un altro aneddoto. Stavolta è Cesare a vuotare il sacco: “Non tutti sanno che le nostre serate finiscono spesso cantando a squarciagola Robin”. E ancora: “Quando nascono le canzoni nei lunghi inverni di scrittura, e capita che andiamo a cena insieme a Tavullia, Vale fa pressione e io gliele faccio sentire prima”. “E sei critico e feroce e oggettivo, oppure compiaci l’artista?”, gli chiede Guido Meda, l’Omero televisivo della Valentineide. “Non c’è bisogno neanche che risponda, lo vede subito se mi piace molto o se mi piace normale”. Veloce e sincero, come quando si butta in uno spazio che non esiste per inventarsi l’ultimo sorpasso.