Veneto resta zona gialla: il governo non cambia lo status della regione

Ma Zaia aveva avvertito: "Imbarazzanti le piazze piene, necessità di intervenire sugli assembramenti. Inutile fare i negazionisti"

Il Veneto resta zona gialla

Il Veneto resta zona gialla

Venezia, 9 novembre 2020 - La Regione Veneto resta zona gialla. L'ordinanza che il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà stasera (e andrà in vigore da mercoledì 11 novembre), infatti, stabilisce che le regioni che passano dalla zona gialla a quella arancione - sulla base dei dati elaborati dalla Cabina di Regia che si è riunita oggi - sono Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria. Mentre passa in area rossa la provincia di Bolzano. E' in atto un'ulteriore verifica dei dati epidemiologici che riguarderà tutte le altre Regioni d'Italia. La giornata di domani, sempre a quanto si apprende, sarà interamente dedicata alla situazione della Regione Campania. La probabilità ipotizzata in queste ore che il Veneto potesse cambiare status (cioè da zona gialla a zona arancione), dunque, non si è concretizzata. 

Zaia: "Sembra che il virus non sia più un problema"

Quello che ha decretato il governo va però contro quanto auspicato dal governatore del Veneto Luca Zaia in questi giorni, che invece sembrava quasi invocare una zona arancione per la sua regione. Il governatore se l'è presa infatti con la poca responsabilità di alcune persone che hanno riempito le piazze, in un momento di piena emergenza epidemiologica. "Oggi sembra che il virus per alcuni cittadini non sia più un problema - ha detto Zaia -, ma la verità è che abbiamo oltre 1.700 persone ricoverate e almeno 200 in terapia intensiva: sono dati importanti, è inutile fare i negazionisti". 

In Veneto, che oggi conta altri 2.223 contagi e ben 21 decessi, è stato un fine settimana complicato dal punto di vista degli assembramenti, come sottolineato ancora dal governatore: "Ho l'impressione che qualcuno non si renda conto che ci sono gli ospedali e un sistema sanitario in situazione critica, ed è un qualcuno che vive un'altra realtà e il suo comportamento incide sulla diffusione del virus". 

Bollettino 9 novembre: in Veneto oggi 21 vittime e oltre 2.200 contagi

Dopo l'Alto Adige (che si è autoproclamato zona rossa), c'era il rischio dunque che anche la regione guidata da Zaia potesse cambiare status al termine di un fine settimana che in alcune città ha visto le strade dello shopping e della movida prese d'assalto, in molti senza mascherine. Ma così - almeno per adesso - non sarà.

Zona gialla o arancione: la situazione dell'Emilia Romagna

"Senza la collaborazione dei cittadini non ce la facciamo"

"La crescita c'è sia sul fronte terapie intensive - aveva detto in conferenza stampa in diretta Facebook -, che sui ricoveri in generale. Ci sono state 21 vittime nelle ultime 24 ore. Le nostre mille terapie intensive ci sono, il vero tema è il personale. Noi siamo pronti con misure e attrezzature. Installeremo tende riscaldate fuori dagli ospedali. Ma siamo fortemente preoccupati, noi possiamo gestirla nel sistema sanitario, se però fuori il cittadino ci dà una mano. Sono imbarazzanti le foto di piazze strapiene. Si vive come non ci fosse un domani. La maggioranza dei veneti è gente per bene, ma per colpa di pochi ci rimettiamo tutti. Sulla situazione ospedaliera il giallo va bene quindi, ma la situazione fuori è più da arancione". 

"Bisogna intervenire sugli assembramenti"

Certo che il colore "arancione è possibile", aveva rincarato la dose Zaia, quando ancora non si era deciso per mantenere il Veneto in zona gialla. "Io non contesto nulla, la salute viene prima di tutto, ma ho qualche perplessità sul fatto che qualcuno possa pensare che esiste un ufficio dove si mettono insieme i 21 parametri e ne veniamo fuori con la formula magica e il colore dell'area". Afferma il presidente Luca Zaia. "Nel mio Veneto vedo in questo momento la necessità di intervenire sugli assembramenti, è stato un fine settimana complicato per gli assembramenti nelle piazze".

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Appello ai giovani: "Aiutateci a evitare piazze piene nei fine settimana"

"Non possiamo pensare che i fine settimana diventino momenti di festa e di assembramenti". Si era rivolto direttamente ai giovani: "Autateci per il bene della comunità, ve lo chiedo per favore". Il governatore aveva sottolineato l'emergenza che il sistema non avrebbe potuto reggere, se i cittadini si fossero comportati in maniera scorretta. 

Venezia deserta

Nell'attesa di conoscere quali fossero le decisioni e Governo e Regione, questa mattina il governatore aveva postato sul suo profilo Facebook un 'reportage' di una splendida Venezia deserta.

Zaia: "Siamo nella fase 4"

"Il Veneto sta entrando nella fase 4 dell’emergenza Covid - aveva affermato ieri il Governatore Zaia sulla sua pagina Facebook -, ma l’attività dei trapianti non si ferma ed anzi, nel 2020 aumenta i propri numeri. La nostra volontà è di affrontare la pandemia mantenendo il più possibile le normali attività ospedaliere per le urgenze, gli oncologici, i trapianti”.

Le minacce di morte

La minaccia è arrivata via mail al presidente del Veneto, che ha già denunciato per minacce e diffamazione. "Sei solo è sempre un Asino, vorrei spararti in bocca. Firmato ps". Il messaggio risale allo scorso 21 settembre. Anche in passato Zaia aveva denunciato minacce e ingiurie, per insulti pubblicati sui social network; a febbraio due vicentini, uno dei quali si era poi scusato, sono stati condannati per diffamazione aggravata. 

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