Saga Coffee, vendita confermata. Dura contestazione / Video

Fumata nera al primo incontro con l'azienda che ha aperto soltanto alla possibilità di vendita del sito a Gaggio Montano con 220 dipendenti

I lavoratori della Saga Caffee sotto alla Regione (foto Schicchi)

I lavoratori della Saga Caffee sotto alla Regione (foto Schicchi)

Bologna, 9 novembre 2021 -. Le note di Bella Ciao (video), poi un lungo applauso. E i cori delle dipendenti: “La montagna non si tocca e la Saga non si sposta”. Era partita sotto ai migliori auspici la giornata di lotta dei 220 lavoratori della Saga Coffee che si sono trovati sotto alla Regione nel giorno del primo incontro tra sindacati e la proprietà – il gruppo bergamasco Evoca – che ha annunciato venerdì 5 di voler chiudere entro il 2022. Ma a fine giornata il morale è molto basso: nessun ritiro dell'ipotesi chiusura è uscito dall'incontro. L'unica possibilità è la vendita, ossia la cessione del ramo d'azienda.

Le lavoratrici della Saga Coffee davanti alla Regione Emilia Romagna
Le lavoratrici della Saga Coffee davanti alla Regione Emilia Romagna

Il 23 novembre ci sarà un nuovo incontro e lì si verificherà la fattibilità della "soluzione industriale". Ma durante il vertice di oggi in viale Aldo Moro non sono stati forniti ulteriori dettagli: Andrea Zocchi, l'Ad della Evoca, è stato duramente contestato dai lavoratori al termine del summit (video). L'azienda - come riferisce l'assessore regionale alle Attività produttive Vincenzo Colla al termine del summit - ha dato mandato ad un advisor di verificare questa ipotesi e si è riservata di approfondire nei prossimi 15 giorni.  "Abbiamo bisogno di prendere tempo, ma una qualsiasi soluzione industriale deve prevedere una risposta a quei lavoratori, tra l'altro molte donne", avverte ancora Colla. "Noi come Regione siamo disponibili ad accompagnare con investimenti in ricerca, formazione e riconversione". Ma "siamo a bocce ferme, non alla soluzione". Pertanto - sottolinea la Fiom - la vertenza resta aperta, il presidio permanente rimane e nelle prossime ore saranno decise ulteriori iniziative di lotta.

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L'azienda

Evoca, dunate l'incontro, ha "illustrato nuovamente le ragioni che hanno costretto Evoca Group a prendere questa decisione necessaria per razionalizzare il proprio assetto industriale e per raggiungere gli indispensabili livelli di competitività richiesti dal segmento delle piccole macchine da caffè per l'ufficio", spiega in una nota dell'azienda. "Evoca Group - prosegue - ha ribadito la propria piena disponibilità a proseguire il dialogo con spirito costruttivo con le Istituzioni e i rappresentanti dei propri dipendenti, al fine di definire un percorso congiunto e identificare tutte le opzioni percorribili per minimizzare l'impatto sociale sulle persone e le comunità locali. In questo contesto, Evoca Group ha accolto l'invito della Regione a utilizzare le prossime due settimane per approfondire possibili ipotesi di reindustrializzazione del sito".

La Regione

"Di fronte a una perdita di gruppo da loro motivata di 70 milioni, Gaggio Montano perde solo 5 milioni. Gli ho detto: 5 sta a 70, ma voi fate fuori tutti i 220 lavoratori", racconta così il duro dialogo avuto durante la riunione l'assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Colla che ha chiesto all'azienda di prendersi un periodo di 10 giorni per ritornare al tavolo con soluzioni alternative alla chiusura del sito di Gaggio Montano anche con un progetto di rilancio delle produzioni del settore. "Se avete deciso di andare in Romania e consegnare 220 lavoratori alle banche troverete questa Regione con tutte le sue forze istituzionali e politiche contro una decisione di tale portata", promette Colla. 

Per la Fiom Cgil e la Fim Cisl, territoriali e regionali, "siamo di fronte alla violazione non solo di quanto previsto dai recenti accordi aziendali, ma anche del Patto per il Lavoro e il Clima sottoscritto in Regione da tutte le parti sociali, pertanto non possono essere attuate dall'azienda iniziative unilaterali". 

Stefano Bonaccini

Sul piazzale della Regione, a incontrare i lavoratori, è arrivato anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini. "Ci batteremo per chiedere la revoca della chiusura - ha assicurato Bonaccini -, peraltro il Governo lo aveva promesso. E' una cosa sacrosanta che va portata anche a livello europeo. Se sei nell'Unione europea le regole devono valere per tutti". 

Bonaccini ribadisce anche che nella vertenza verrà coinvolto il ministero per lo Sviluppo economico ("chiediamo di convocare immediatamente un tavolo") e fa sapere che sulle delocalizzazione dopodomani ci sarà un passaggio anche con il commissario europeo Paolo Gentiloni. "C'è da combattere", avverte il presidente regionale che davanti alle telecamere poi ribadisce: quello dell'azienda è stato un comportamento "vergognoso e inaccettabile".