Supermercati, sos personale. Prampolini: “Colpa del Reddito di cittadinanza”

La presidentessa del gruppo cooperativo reggiano Realco-Sigma, con ventitré punti vendita tra Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Lombardia e Liguria: dopo la denuncia in tv arrivati cento curricula

Donatella Prampolini, numero uno del gruppo Realco-Sigma di Reggio Emilia e vicepresidente di Ascom

Donatella Prampolini, numero uno del gruppo Realco-Sigma di Reggio Emilia e vicepresidente di Ascom

Reggio Emilia, 15 gennaio 2023 – “Non riesco a trovare personale per i miei supermercati. La colpa? Il reddito di cittadinanza". Una denuncia che Donatella Prampolini, vicepresidente nazionale di Ascom e numero uno di Realco-Sigma – gruppo cooperativo reggiano della grande distribuzione che vanta ventitré punti vendita tra Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Lombardia e Liguria – ha amplificato una settimana fa in televisione, ospite della trasmissione Piazza Pulita su La7, condotta da Corrado Formigli. E che ha sortito un effetto incredibile. "Nel giro di pochi giorni mi sono arrivati cento curricula da tutta Italia per lavorare nei miei negozi".

Approfondisci:

Viaggio tra gli annunci di lavoro: posti occupati o contratti a termine

Viaggio tra gli annunci di lavoro: posti occupati o contratti a termine

Prampolini, qualcuno è stato assunto?

"Proprio due giorni fa abbiamo convocato un ragazzo per un colloquio. C’è anche chi si è reso disponibile a trasferirsi da lontano, è un segnale incoraggiante, avevo perso le speranze".

Tra i candidati ci sono percettori di reddito di cittadinanza?

"Non lo sappiamo, nessuno lo dice quando si propone, sembra il terzo segreto di Fatima. Questo perché nell’ultima modifica legislativa, se un percettore rifiuta un lavoro può essere segnalato e perdere il contributo. Così non rischiano e possono valutare l’offerta. Tanti non rispondono al telefono o addirittura non si presentano al colloquio. E quando chiamiamo i centri per l’impiego non hanno nessuno disponibile a lavorare. È assurdo".

Tutta colpa del reddito?

"Non esiste che un 25enne abbia la possibilità di stare sul divano. La misura potrebbe essere utile per quei sessantenni ai quali manca poco per la pensione e che non riescono a ricollocarsi o per le situazioni in difficoltà. Ma non si crea occupazione con le politiche passive e lo scarso collegamento con i centri dell’impiego ha fatto il resto. Da quando è entrato in vigore il reddito di cittadinanza, faccio fatica a trovare personale. Prima invece c’era un’abbondanza di domanda, ci potevamo permettere pure di fare gli schizzinosi nelle selezioni".

Quanti posti di lavoro offrite?

"Nei nostri supermercati c’è molto turnover. In media due o tre posti al mese, tra dipendenti in malattia, maternità o prepensionamenti, sono sempre disponibili".

Stipendio medio?

"Per un full time da 40 ore settimanali si parte da 1.350 euro netti al mese. Parliamo di sei-otto ore giornaliere, uno o due rientri pomeridiani massimo al mese. E aggiungo: tredicesima, quattordicesima, 26 giorni di ferie, 105 ore di permesso, fondo sanitario integrativo. Chi lavora di domenica ha una maggiorazione del 30% e un riposo compensativo".

Un buon contratto.

"Si parla tanto di salario minimo, qui siamo ben oltre. Eppure lavorare in un supermercato non dovrebbe fare così schifo. Non siamo in una miniera, anzi: non si lavora di notte e non si prende freddo".

Cosa deve cambiare?

"Le difficoltà sui temi del mercato del lavoro sono tante, ma credo che manchi soprattutto la cultura del lavoro. Siamo nell’epoca in cui tutti pretendono diritti, ma non ottemperano ad alcun dovere. Stamattina (ieri, ndr ) una persona che avevamo assunto alla metà di novembre ha dato le dimissioni perché non riesce a conciliare il lavoro con la famiglia. C’erano una volta la gavetta e l’Italia fondata sul lavoro..."