Editoriale

A14, nelle Marche serve una svolta

Undici vittime in meno di tre anni. L’inferno sale in A14 per l’ennesima volta e con le stesse sequenze: uno schianto in galleria (due camion e un bus), le fiamme, la colonna di fumo, un morto e undici feriti. E riaccende i riflettori su quel tratto maledetto d’autostrada che tra gallerie, viadotti, curve e saliscendi corre in un pugno di chilometri da Pedaso al confine con l’Abruzzo e giù fino a Pescara. Tutto già visto purtroppo, sono anni. Anni di incidenti, code, traffico paralizzato e lavori che sembra non debbano finire mai, anche se Aspi ha precisato che l’incidente di ieri è accaduto a due chilometri dal cantiere più vicino. Ma provate ad avventurarvi su quell’autostrada tra tunnel, curve, cambi di corsia (due corsie) e carreggiate che si allargano e stringono come fisarmoniche. C’è una commissione (ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera che sta eseguendo sopralluoghi e c’è un tavolo al Mit per seguire lo stato di avanzamento dei lavori di messa a norma delle gallerie che, secondo Aspi, alla fine dell’anno saranno completati al 90%. Per Confindustria Fermo, la misura è colma.  “Questo pezzo di Marche ha bisogno di infrastrutture – dice il presidente Luciani –. Da anni siamo ostaggio di lavori interminabili e non solo paghiamo un enorme prezzo economico, una persona ha perso la vita (l’ennesima, ndr).  Tutto questo a fronte di promesse, progetti, accordi che non hanno mai trovato compimento in un piano strutturale vero. E soprattutto finanziato. Non si può continuare così. In attesa della terza corsia, se mai si farà, quantomeno sia ripristinata la normale circolazione su due carreggiate. Il cantiere aperto da anni è un insulto per un Paese che si dichiara moderno”. Dal governo il viceministro alle infrastrutture, Edoardo Rixi, ribadisce “la necessità (e l’urgenza diremmo noi, ndr) di potenziare la tratta con la terza corsia”. C’è già uno studio di massima che ha messo tutti d’accordo, Regione e sindaci, e non era scontato. Ma ora bisogna accelerare, chiudere i cantieri, iniziare a progettare e finanziare la terza corsia anche nel sud delle Marche. Alla sicurezza non si può più rinunciare.