Editoriale

Gli ambientalisti della domenica

Mi domando cosa ci sia di ecologista nello sgonfiare le gomme di notte a decine di auto parcheggiate in strada. Forse l’uscita del gas dagli pneumatici migliora l’atmosfera terrestre. Oppure impedisce l’arrivo di alieni che potrebbero attaccare il pianeta Terra. Scherzi a parte, entrare nella testa di ecovandali come quelli che l’altra notte hanno colpito a Bologna (prendendo di mira soprattutto i Suv) o come quelli che da tempo cercando di imbrattare opere d’arte patrimonio dell’umanità, non è un’impresa facile. Un ideale o un obiettivo astrattamente condivisibili, come la vita in armonia con la natura e la tutela dell’ambiente, vengono meno di fronte ad azioni che di ideale non hanno proprio nulla e che, come obiettivo, hanno solo quello di creare un danno. Le famiglie che domenica mattina si sono svegliate con l’auto in panne d’ora in poi avranno più a cuore l’ambiente? Non credo. Si comporteranno esattamente come prima. Con l’unica differenza che in una bella domenica di sole hanno dovuto rinunciare, magari, alla gita fuori porta o ad accompagnare i figli a un compleanno o a una partita oppure a chissà cos’altro. Peraltro, e non è un dettaglio da poco, questi sedicenti ecologisti hanno colpito anche auto come una 500 o Suv vecchi di anni, non proprio vetture da sceicchi arabi. E ora i proprietari dovranno spendere soldi e tempo per farle portare in carro attrezzi dal gommista. Insomma, al di là dell’odiosità del gesto, resta una domanda fondamentale: qual è l’effetto che gli autori ottengono con questi raid? Un appoggio maggiore o minore alle loro compagne ’ecologiste’. Se si fermassero a riflettere, almeno un minuto, troverebbero la risposta anche da soli.