Editoriale

Il lavoro c'è, ma mancano i lavoratori

Non si comprende come mai tanti esercizi commerciali, ristoranti anche aziende artigiane siano alla ricerca di lavoratori. La vita costa, il carburante cresce, l'inflazione oscilla ma non molla eppure molti si lamentano perchè manca personale. Non si riesce mai a comprendere se c'è in giro poca voglia di lavorare o se le retribuzioni sono basse. Mistero gaudioso. E' ovvio che in queste condizioni si invoca la presenza di stranieri per colmare il vuoto che molti lamentano. Non oso pensare cosa succederà in estate con la carenza di impieghi stagionali.

Massimo Finelli

Risponde Beppe Boni

Le offerte di lavoro in certi settori sono superiori alle richieste. Soprattutto nella ristorazione, nei bar, e negli alberghi il problema persiste da alcuni anni. Il colpo di spugna sul reddito di cittadinanza ha migliorato la situazione ma non l'ha risolta in modo strutturale. Probabilmente in certi ambiti si evidenzia la necessità di ritoccare stipendi e condizioni di lavoro. Ma anche dove l'offerta economica è buona e risponde ai canoni contrattuali talvolta l'impresa non è sempre facile. Vedi in agricoltura con i lavoratori stagionali. Gran parte delle aziende offre buoni aspetti economici, ma se non ci fossero flussi estivi di stranieri sarebbe un problema. Perfino il comico Vito ha lanciato un appello attraverso il Carlino perché non trova camerieri per la trattoria di famiglia di San Giovanni in Persiceto. Eppure non è certo un impiego in fonderia. Idem gli albergatori. Già il mese scorso per esempio Patrizia Rinaldis, presidente di Federalberghi Rimini ha suonato un campanello d'allarme dicendo che da quelle parte mancano 5 mila stagionali per l'estate. Idem sull'Appennino dove gli alberghi più attrezzati sono nelle stesse condizioni. Eppure Confesercenti Emilia Romagna, riprendendo i dati Istat, annuncia che cresce l'occupazione nel quarto trimestre 2023. E a trainare la ripresa più che i giovani sono gli over 50.

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