Editoriale

Il sacrificio di Saman non sia vano

“Non voglio fare la fine di Saman". Si è salvata con le parole più semplici e potenti che potesse usare. E ora è al sicuro. Protetta da una famiglia che minacciava di tagliarle la gola se non avesse sposato un connazionale in India. Ma Arya, la chiameremo così, è rimasta sola. Felice, dice lei, certo; circondata da persone che le indicheranno la strada. Ma con un’esistenza tutta da inventare. Ed è da questo che dovremmo ripartire. Sono decine le giovani donne che dopo il ritrovamento del cadavere della 18enne pakistana in quel rudere della Bassa reggiana stanno chiedendo aiuto per scappare da matrimoni forzati. Hanno visto concretizzarsi il loro destino nel peggiore dei modi e ora scelgono di sfuggire a tradizioni millenarie e barbare che le pensano soltanto madri, sorelle e figlie della consuetudine. Ma da quell’istante, dal momento in cui il loro grido d’allarme diventa reale, perdono tutto: radici, identità, parentele, affetti. Saman non ce l’ha fatta. Non ha retto alle pressioni, alle intimidazioni; ha scelto di proteggere il suo amato e la sua famiglia, cadendo nel tranello ordito principalmente dalla madre: "Torna a casa e cesseranno le minacce". Soltanto così, col ricatto più subdolo che un genitore possa mettere in atto, facendo leva su un sentimento atavico, la sua forza ha vacillato; per non fare più ritorno.

Adesso Saman, però, è diventata un simbolo: bandiera delle seconde generazioni in Italia, vergogna di un sistema di tutela che non ha funzionato e specchio di un Paese che deve imparare dai suoi errori.

Ora che tante Saman stanno cercando di salvarsi la vita è nostro compito costruire una rete che le accolga e le protegga fin dal primo istante. Bisogna farsi trovare preparati, formare addetti che sappiano far fronte a scogli culturali che potrebbero tradursi in delitti d’onore se non riconosciuti in tempo e avere strutture adatte ad accoglierle. Saman voleva prendere la patente, sognava di avere un lavoro semplice e di costruire una famiglia fondata sull’amore. Facciamo sì che il suo sacrificio non sia stato vano.