SERGIO GIOLI
Editoriale

Piazze bolognesi (e non solo)

Bologna è un ribollire di gruppuscoli anarchici, antagonisti, ecovandali e l'avvento del governo Meloni ha acceso questa galassia

Dopo i disordini in piazza venerdì scorso a Bologna, il sindaco Matteo Lepore ha scritto una lunga nota per addossarne la colpa a maggioranza e governo. La tesi è che la destra alimenta nel Paese un clima di scontro, promuovendo ''una chiara e mirata strategia della tensione, fatta di dichiarazioni volgari, strumentalizzazioni continue, mancanza di leale collaborazione tra istituzioni''.

In piazza cos'era successo? Cori violenti, gavettoni di vernice contro la polizia immobile, fotografie di Meloni e Salvini date alle fiamme. La manifestazione era stata organizzata da giovanissimi studenti delle scuole superiori, il che non spiegherebbe tanto livore e aggressività. Un clima pesante, di cui ha fatto le spese anche un assessore di Lepore, l'ex leader delle sardine Mattia Santori, cacciato dal corteo. Ed è stato proprio lui, Santori, a squarciare il velo. In piazza, ha detto in un'intervista al Carlino, c'erano sì molti studenti delle scuole superiori, ma i burattinai erano altri, cioè i soliti collettivi che avvelenano con metodi violenti e prevaricatori qualsiasi dibattitto. ''La piazza - ha spiegato Santori - non era più degli studenti, il megafono lo gestivano i collettivi. C'è una grandissima ipocrisia nel mondo della politica, che vede quello che sta succedendo da anni nella rappresentanza studentesca e fa finta che si tratti di processi normali delle nuove generazioni”. E' proprio così.

Bologna è un ribollire di gruppuscoli anarchici, antagonisti, ecovandali e l'avvento del governo Meloni ha acceso questa galassia. Da novembre 2022, quando il fantoccio della Meloni venne appeso a testa in giù alla torre degli Asinelli, è stato tutto un fiorire di manifestazioni e occupazioni il cui obiettivo, anche quando non era in origine il governo di centrodestra, lo diventava in corso d'opera. Che si trattasse del caso Cospito piuttosto che del Passante di pianura o dell'emergenza casa, il bersaglio assumeva comunque le fattezze dell'odiata premier postfascista.

Nel suo lodevole slancio di sincerità, Santori dimentica soltanto un aspetto: a Bologna i collettivi sono stati non solo tollerati ma anche vezzeggiati dall'attuale amministrazione, che ha coltivato con loro un rapporto privilegiato. E allora torniamo alla nota del sindaco e alla presunta ''strategia della tensione''. Non so se la strategia ci sia, di sicuro c'è la tensione. Ma la domanda vera è: chi la alimenta?

Il Pd a trazione Schlein è esente da colpe? Direi di no. Sempre sul Carlino, il politologo Paolo Pombeni, direttore de 'il Mulino', la mette così: ''A sinistra c'è stata una radicalizzazione sulla quale va spesa una parola: quest'idea che ci sono fascisti dappertutto, che bisogna resistere, è pericolosa. Quando accendi queste micce, non sai a che falò vanno a dare fuoco''. Il punto è proprio questo: la destra ha l'arroganza di chi non sa vincere e non brilla né per acume politico né per cultura istituzionale, ma la sinistra non si limita a contrastarla, la vuole cancellare, perché non riconosce ad essa legittimità democratica. Alimentare l'odio è sempre sbagliato. E di odio ne sta girando parecchio.