Editoriale

Troppo import, crollano i prezzi del grano

In queste settimane noto sempre maggiore preoccupazione delle aziende agricole e delle associazioni di categoria per il comparto del grano. I prezzi crollano, gli agricoltori piangono e una fetta di economia di Bologna e dell'Emilia Romagna rischia di andare a gambe all'aria. Non so cosa, ma qualcosa bisognerà pur fare per arginare questo fenomeno negativo. Le importazioni a prezzi molto più bassi stanno rovinando il mercato. L'Emilia Romagna è considerata uno dei granai d'Italia, ma se va avanti così vedremo molte aziende in ginocchio e posti di lavoro persi in agricoltura.

Giuseppe Dondi

Risponde Beppe Boni

E’ uno dei temi emersi durante le proteste degli agricoltori in Italia che però in questi ultimi giorni si è rinforzato perché i prezzi del grano nazionale, soprattutto del duro rispetto al tenero, sono di nuovo scesi vertiginosamente. La scorsa settimana alla Borsa merci di Bologna, il nuovo crollo delle quotazioni dei cereali ha dato l'ennesima spallata agli agricoltori che lavorano e investono in questo comparto cruciale della filiera agroalimentare. Il crollo è determinato dalle massicce importazioni di frumento che recentemente sono arrivate nei porti italiani da Canada, Turchia, Ucraina, Russia. Da gennaio ad oggi il grano duro ha perso circa 50 euro al quintale. Un disastro che rischia di mettere in pericolo l’esistenza di diverse aziende. Ovvio che a questo punto è urgente un intervento delle Istituzioni comunitarie e italiane per rimettere in equilibrio il mercato interno. Serve un’operazione – salvaguardia che collochi il settore al sicuro rispetto alla volatilità dei mercati e delle importazioni con conseguenti speculazioni. Se poi aggiungiamo le pazzie del clima l’annata 2023 è da considerare un annus horribilis. Poi la qualità e la sicurezza alimentare. Il prodotto che arriva dai Paesi extraeuropei non offre quasi mai le garanzie di sostenibilità che invece da noi impone rigidamente l’Europa. Sul campo vengono talvolta utilizzati prodotti che qui sono proibiti. I cereali extra Ue andrebbero controllati, filtrati, analizzati per avere garanzie sulla filiera di provenienza. Facile a dirsi, difficile a farsi.

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