Rivoluzione al museo, due super direttori a Ravenna e Ferrara: "Così si rilancia l’arte"

Pronto il decreto, ecco i luoghi che avranno autonomia speciale. Il capoluogo estense non sarà più legato al polo di Modena. L’assessore Felicori: "È la strada giusta, aumenteranno i visitatori"

Pinacoteca nazionale di Ferrara

Pinacoteca nazionale di Ferrara

Bologna, 18 luglio 2023 – Prevista, annunciata e dibattuta già da diverso tempo, una nuova ‘rivoluzione’ dell’articolazione dei musei in Emilia Romagna sembra ormai dietro l’angolo. Fra gli addetti ai lavori sta circolando infatti una bozza del decreto governativo che porterà alla creazione di altri nuovi musei nazionali dotati di autonomia speciale. In Italia oggi sono 44 e dovrebbero diventare 60: in Emilia Romagna, dove attualmente i musei statali ‘autonomi’ sono tre (le Gallerie Estensi che abbracciano Modena e Ferrara, il complesso della Pilotta di Parma e la Pinacoteca nazionale di Bologna), dovrebbero nascere altre due realtà simili, una per Ferrara – che così dividerebbe le sue strade da Modena – e un’altra che riunirà i musei nazionali di Ravenna.

Questi istituti culturali, attualmente dipendenti della Direzione regionale musei, acquisirebbero così un loro percorso autonomo e ciascuno avrà un direttore designato attraverso un bando del Ministero della Cultura. "Credo sia un’ottima scelta. In questi anni le direzioni autonome, introdotte dalla riforma Franceschini, hanno dimostrato di funzionare e di imprimere dinamismo alla gestione dei musei che hanno incrementato il numero di visitatori e le entrate", commenta Mauro Felicori, assessore regionale alla cultura, che conosce bene la materia: dal 2015 al 2018 infatti è stato il primo direttore ‘autonomo’ della Reggia di Caserta. In Italia, fra i principali musei autonomi ci sono gli Uffizi di Firenze, la Galleria Borghese di Roma, la Pinacoteca di Brera di Milano.

Il regime di autonomia conferisce ai musei una sorta di ‘statuto speciale’: i compensi per i dipendenti restano a carico dello Stato così come le manutenzioni e i lavori strutturali, ma i direttori possono (anzi, devono) studiare e organizzare iniziative innovative per migliorare e promuovere la fruizione di questi tesori, e anche per questo gli incassi vengono attribuiti al bilancio dei musei. "In questi anni, si è avuto in media un aumento del 10 - 15% di visitatori – aggiunge Felicori –. Durante la mia direzione, gli accessi alla Reggia di Caserta aumentarono del 20%. Si è compreso, soprattutto, che un museo può essere trainante per tutta la città e il territorio".

Già nei mesi scorsi il sottosegretario Vittorio Sgarbi ha avanzato l’idea di separare Ferrara da Modena. Il nuovo decreto dovrebbe quindi mantenere alle Gallerie Estensi di Modena la cura della ricca pinacoteca (con capolavori di Bernini, Velazquez, Guercino), del lapidario e della biblioteca Estense di Modena, insieme al Palazzo Ducale di Sassuolo: a Ferrara la nuova direzione autonoma dovrebbe aggregare la pinacoteca nazionale del Palazzo dei Diamanti e altri musei nazionali come l’Archeologico, Casa Romei e forse anche l’Abbazia di Pomposa. Per Ravenna il nuovo soggetto autonomo abbraccerebbe il Museo nazionale (che sorge accanto alla basilica di San Vitale), il Mausoleo e il Palazzo di Teodorico e Sant’Apollinare in Classe. "Le sinergie con il museo Classis, di competenza della Fondazione Ravenna Antica, che sorge proprio accanto alla basilica, possono portare a risultati ancora più eclatanti", osserva Felicori. Dopo l’approvazione del decreto e la definizione delle aree, partirà l’iter per designare i direttori di questi nuovi musei autonomi: anche Modena attende la nomina di una nuova direzione, in quanto Martina Bagnoli (che ha guidato per otto anni le Gallerie Estensi) di recente è stata designata al vertice dell’Accademia Carrara di Bergamo e assumerà l’incarico dal 1° febbraio 2024.