Inflazione in Italia, frena l’economia in Emilia Romagna: prestiti troppo cari per le imprese

Dopo l’innalzamento dei tassi di interesse della Bce, la regione rallenta la corsa per l’impatto sul costo del credito alle Pmi. L’annuncio di Confartigianato che stima un effetto di 665 milioni

Tassi di interesse sempre più alti che 'strozzano' gli investimenti delle imprese

Tassi di interesse sempre più alti che 'strozzano' gli investimenti delle imprese

Bologna, 8 agosto 2023 - Frena l’economia in Emilia Romagna. A confermarlo è Confartigianato che mette in luce l’impatto sul costo del credito per le piccole e medie imprese regionali in seguito alla stretta monetaria dell’Unione europea sempre più stringente.

Se da un lato l’obiettivo di Francoforte è quello di riportare i livelli dell’inflazione al 2% innalzando drasticamente il costo del denaro con l’innalzamento dei tassi di interesse, dall’altro lato la politica monetaria Ue sta avendo un impatto enorme sulle Pmi locali. La stima dell’associazione degli artigiani è un impatto di 665 milioni sul costo del credito.

Una fotografia scattata a marzo 2023 dall’associazione degli artigiani mostra su quali settori il costo dei prestiti ha impattato di più. A sostenere i crediti più elevanti sono il settore costruzioni (con un tasso al 5,19%), servizi (4,99%) e manifatturiero (4,51%). Al confronto, tra giugno 2022 e marzo 2023 i rialzi più elevati dei tassi d’interesse si osservano per il settore servizi (con +227 punti base), seguiti dal manifatturiero (+201 pb) e dalle costruzioni (+169 pp).

La stima a livello provinciale del costo maggiorato su base annua del credito, sulla base dello stock di prestiti concessi alle piccole e medie imprese in Emilia Romagna, è pari a 139 milioni di euro a Bologna, 105 a Modena, 80 a Reggio Emilia, 69 a Forlì-Cesena, 68 a Parma, 61 a Rimini, 60 a Ravenna, 46 a Piacenza e 36 milioni a Ferrara.