Rapporto Banca d'Italia: lavoro e imprese, la situazione in Emilia Romagna

L’impatto dell’alluvione sull’agricoltura; rallentano la produzione industriale, i servizi e l’edilizia. Occupazione: crollo nel settore agricolo, stabile nel manifatturiero. Più assunzioni negli altri settori

Pietro Raffa, direttore della sede di Bologna di Banca d'Italia

Pietro Raffa, direttore della sede di Bologna di Banca d'Italia

Bologna, 16 novembre 2023 – Nei primi sei mesi dell'anno, l'economia dell'Emilia-Romagna ha rallentato, in linea con quanto accaduto nel resto del Paese. Lo rileva Banca d'Italia che ha presentato i dati in una conferenza stampa a Bologna.

Per Pietro Raffa, direttore della sede di Bologna, l'indicatore trimestrale dell'economia regionale (Iter) "registra un aumento tendenziale del Pil dell'1,2%, un valore in linea con la media nazionale, ma inferiore a quello registrato nello stesso periodo del 2022”.

“Dopo un primo trimestre del 2023 abbiamo registrato una crescita ancora vivace, in primavera abbiamo registrato una brusca frenata”, prosegue Raffa. I settori che hanno rallentato maggiormente sono la produzione industriale “dato che è legato alla flessione dell’export che risente dell’andamento del commercio mondiale”, i servizi “per i quali si attenua la spinta post pandemia” e l’edilizia, “penalizzata dalla rimodulazione dei bonus fiscali”.

A pesare è stata anche l'alluvione che ha colpito la regione a maggio scorso e ha avuto “un impatto rilevante nel settore dell'agricoltura, abbiamo calcolato che il 31,5% delle superfici coltivate è stato interessato da frane e allagamenti”.

Nelle aree interessate dall'alluvione non sembrano esserci stati effetti significativi sulle attivazioni nette: il saldo cumulato del bimestre maggio-giugno è risultato in linea con quelli osservati negli stessi mesi del 2022 e del 2019.

La situazione, però, cambia nel settore agricolo, dove il saldo “è sensibilmente diminuito”, chiarisce Raffa, con 1.500 unità a fronte di 3.700 nel 2022 e 4.000 nel 2019.

"Un'analoga riduzione – precisa il direttore - non è stata riscontrata nei comuni delle province non colpite dall'alluvione".

C’è stata anche una forte diminuzione dell’occupazione nel settore, mentre nel settore manifatturiero i livelli occupazionali sono stati mantenuti.

Il direttore Raffa parla infatti di "una flessione netta dell'occupazione in agricoltura” nel primo semestre “se raffrontata al periodo precedente, mentre lo stesso dato non è stato riscontrato per quanto riguarda la manifattura”.

Per quanto riguarda gli altri settori, invece, “l’occupazione continua a crescere e diminuiscono le ore di cassa integrazione”.

In generale, la situazione economica delle imprese è risultata complessivamente favorevole: la quota di aziende che prevede di chiudere l'esercizio in utile si è attestata sui livelli storicamente elevati dell'anno precedente. La liquidità del settore produttivo è rimasta abbondante.

Il credito bancario è diminuito, condizionato dagli effetti della restrizione monetaria e dalle minori necessità di finanziamento degli investimenti.

Anche i prestiti alle famiglie hanno risentito dell'aumento del costo dell'indebitamento, registrando un rallentamento.

I mutui per l'acquisto di abitazioni erogati nei primi sei mesi sono sensibilmente diminuiti, in concomitanza con la flessione delle transazioni immobiliari.

La qualità del credito, infine, non ha subito variazioni di rilievo: il tasso di rischiosità dei prestiti è rimasto su livelli molto contenuti.