Social card alimentare Emilia Romagna: come averla e quali famiglie ne hanno diritto

Il contributo una tantum di 382,50 euro sarà erogato nei prossimi mesi. Da Piacenza a Rimini oltre 120mila nuclei, cioè circa il 6% delle famiglie, vivono in condizioni di povertà

Il progetto ‘Dedicato a te’ prevede un contributo una tantum a famiglie con almeno tre componenti

Il progetto ‘Dedicato a te’ prevede un contributo una tantum a famiglie con almeno tre componenti

Bologna, 12 luglio 2023 - La nuova ‘social card’ del governo Meloni è realtà. Il progetto ‘Dedicato a te’ prevede un contributo una tantum di 382,50 euro per famiglie di almeno tre componenti con un Isee inferiore a 15mila euro annui (e non è cumulabile con altri sussidi, come il Reddito di cittadinanza). Servirà per l’acquisto di alimenti e beni di prima necessità. Anche gli emiliano romagnoli sono ovviamente interessati: in regione, secondo i dati relativi al 2021, si stima viva in condizioni di povertà relativa il 6% del totale delle famiglie residenti, cioè circa 122.405 nuclei, contro l'11,1% stimato sull'intero territorio nazionale.  Sebbene la nuova misura introdotta dal governo tenga conto di indicatori diversi rispetto a quelli utilizzati in passato, come ad esempio quello Isee fissato a 15mila euro (il doppio del Reddito di cittadinanza), e quindi il calcolo delle famiglie che avranno diritto alla social card non sia così immediato, si evince che tantissimi emiliano romagnoli avranno diritto allo strumento di sostegno. Il contributo sarà erogato dagli uffici postali e dal 18 luglio i Comuni invieranno le comunicazioni ai beneficiari della carta. Sempre nel 2021, in Emilia-Romagna, la spesa per beni alimentari e bevande non alcoliche ha assorbito quasi il 17% della spesa totale per consumi delle famiglie (445 euro), mentre in Italia è destinata a questa voce di spesa poco meno della quinta parte della spesa totale (470 euro). Ecco che il contributo potrebbe allora diventare significativo. A discostarsi maggiormente dai livelli medi nazionali è la spesa per beni e servizi non alimentari, che in Emilia-Romagna è pari a quasi 2.215 euro al mese, a fronte dei quasi 1.970 euro spesi in media in Italia, risultando così il principale fattore di divario di spesa.