Giro dell’Emilia 2023: chi sono i vincitori

Tanto tifo per il passaggio del grande ciclismo tra Carpi e il colle di San Luca a Bologna. L’ordine di arrivo tra sfortuna e qualche sorpresa

Bologna, 30 settembre 2023 - Si è ripetuta anche quest'anno la magia del grande ciclismo a Bologna, con il Giro dell'Emilia, da Carpi al colle di San Luca di Bologna, ancora una volta vestito del colore dei tanti tifosi arrivati in cima per assistere a questa bellissima prova autunnale.

Il Giro dell'Emilia 2023 lungo la salita verso San Luca a Bologna
Il Giro dell'Emilia 2023 lungo la salita verso San Luca a Bologna

E sulla doppia curva delle orfanelle non potevano mancare i tifosi del Pantani Club e le scritte a terra, con il nome del pirata e di Scarponi, come fossero ancora in gruppo. Grande spettacolo sul cole della Guardia, dove dopo un'avvincente e ripetuta scalata verso la basilica, storica anche per il mondo del ciclismo, la prima a trionfare sulla linea del traguardo è stata la fuoriclasse danese Cecile Uttrup Ludwig (FDJ) che bissa il successo del 2020. Prova delle donne élite che quest'anno vedeva la doppia scalata del Colle. Una vittoria che arriva dopo 103 km tutti d'un fiato e il secondo posto dell'italiana Marta Cavalli con la FDJ che dunque mette due ragazze sul podio.

Poco dopo, al termine dei 5 giri verso la cima, ad essere baciato dalla vittoria, per il Giro dell'Emilia riservato ai professionisti, per la terza volta nella storia, è stato un cecchino fuoriclasse che risponde al nome di Primoz Roglic (Jumbo), che ha saputo leggere bene le mosse degli avversari, sfruttare il grande lavoro della UAE incollandosi alla ruota del rivale Pogacar e a 400 metri dal traguardo, dare la stoccata. Quella che fa male e che lascia li, dando prova di saper dominare usando gambe e cervello. Sì, perché sul San Luca non si può scherzare e ogni errore si paga davvero caro soprattutto quando ci sono 204 km da macinare con 2800 metri di dislivello complessivo e cinque inchini alla Madonna di San Luca. Boccone amaro in casa Uae, dove un immenso Adam Yates ha macinato km sempre in testa al gruppo per il capitano Pogacar che però non ha retto all'unico colpo tirato da Roglic che continua a entrare nella storia.

Per lui, infatti si tratta del terzo successo al Giro dell'Emilia, dopo il 2019 e 2021, tripletta eguagliando Coppi, Motta e Cassani in questa 106a edizione. 

Una giornata che è iniziata a Carpi, dove in Piazza Martiri è stato dato il via ad entrambe le categorie, tra folla e applausi che, in due percorsi diversi, ha visto professionisti e donne élite arrivare a Bologna.

Donne

Con 103.5 km di corsa e quest'anno due volte la scalata del San Luca, la prova delle 149 donne al via si presenta piatta fino alle porte di Bologna ma adatta a un ritmo veloce che fin dai primi km di corsa vede qualche scatto per cercare la fuga. È però solo dopo Argelato che riesce ad evadere dal gruppo Cristina Tonetti (Top Girl). Arriva a Bologna e cerca di affrontare la prima delle ascese verso il San Luca, con ancora un po' di margine sul gruppo. Sulle rampe però, si deve piegare ai 150 metri ripresa da altre 14 atlete. In 15 dunque, affrontano la discesa per poi lanciarsi verso l'ultima ripida scalata verso il traguardo. Dopo aver fatto una grande selezione e un grande gioco di squadra della Fdj, ad arrivare in solitaria è la fuoriclasse danese Cecile Uttrup Ludwig che bissa il successo del 2020. Alle sue spalle in un arrivo alla spicciolata, la compagna di squadra Marta Cavalli e in terza piazza Juliette Labous (DSM).

Le voci

A fare un applauso l'organizzazione per la novità di quest'anno della doppia ascesa è proprio Marta Cavalli, seconda classificata ma prima delle italiane: "Sì mi è piaciuto tantissimo ed anzi, aggiungessero una terza scalata sarebbe ancora più bello anche perché questa corsa e questa salita mi piacciono tantissimo. È un modo diverso di dosare la forza, ora più concentrata nella parte iniziale e finale. Uno sforzo diverso ma non meno duro. E mi è piaciuto molto anche il tratto in discesa che riporta alla salita, per noi inedito".

Gli uomini

Con 173 professionisti, 25 formazioni, 10 campioni nazionali e cavalli di razza al via, ci sono tutti gli ingredienti per una giornata dall'alto ritmo e spettacolo. Lo si vede subito, quando al km 21 vanno via in cinque: Alex Bogna (Alpecin Deceuninck), Jacopo Mosca (Lidl Trek), Mattia Bais (Eolo Kometa), Emanuele Ansaloni e Matteo Montefiori (#InEmiliaRomagna), coppia originaria della provincia di Bologna. Dieci km dopo, tra Nonantola e Panzano, il gruppo diventa di 8 con l'aggiunta di Christian Scaroni (Astana), Marcel Camprubi (Q36.5) e Floris De Tier (Bingoal). Prima di Zocca però c'è chi cede e affrontando le rampe per il Samone e poi dell'inedita salita del Monte Nonascoso, il gruppetto di testa perde uomini e si assottiglia. Lepri che sulle ascese centrali del percorso perdono terreno arrivando alle porte di Bologna presentandosi in testa solo Scaroni e Bais a 33" di vantaggio quando mancano 40 km al traguardo e ben 5 volte la fatica sulle rampe verso la Basilica.

Termina l'avventura a porta Saragozza e il gruppo si presenta dunque compatto per la penitenza salendo le dure rampe del San Luca, premessa per la lotta più dura a colpi di pedale. A metà della prima salita, dal gruppo esce Chris Harper della Jayco AlUla che transita con Quentin Pacher (Groupama) sotto la linea del traguardo. Mancano 4 giri velocissimi di un circuito di 9 chilometri. Pedalano con 27" di vantaggio ma consapevoli che quando i big decideranno di muoversi la loro sortita finirà. È sulle Orfanelle che si fa vedere il tricolore di Simone Velasco, riportandosi su uno stanco Pacher mettendo nel mirino Harper, a 23" ma senza riuscirvi. Ma Harper resiste e sul traguardo anticipa di 17" il bergamasco Fausto Masnada anch'esso uscito in caccia. A 31" il gruppo, ridotto veramente a pochissime unità che si assottiglia metro dopo metro.

Nel tratto in discesa boato a traguardo per l'emiliano Giovanni Aleotti che uscito dal gruppo ha raggiunto e superato Masnada buttandosi da solo all'inseguimento di Harper. Davanti, la terza ascesa e ancora 19 km. A fermare Aleotti però è la sfortuna con la foratura della ruota posteriore in salita facendogli alzare bandiera bianca. Davanti a condurre, ancora una volta è la Uae Emirates per Pogacar e c'è anche Julian Alaphilippe.

Sulla linea del traguardo dunque la situazione è di pochi secondi per Harper con il plotone UAE a condurre il gruppo. All'interno, ancora sornioni e silenziosi i big che continuano ad aspettare che la benzina degli avversari continui a diminuire per poi ingranare i rapporti più duri. A 10 km dalla fine, il gruppo dice basta, riprende Harper e inizia la battaglia tra i campioni con Pogacar, Roglic, Carapaz, Mas, Vlasov, Ciccone, Woods e i gemelli Yates, ognuno nella sua mission. Il suono della campana dell'ultimo giro è una vera sveglia x i big.

Adam Yates controlla e pilota Pogacar in questo gruppetto di 10 assi a 30"dal resto dei superstiti. Un finale bellissimo che fa trattenere il fiato fino all'ultimo. È battaglia tra Pogacar, Carapaz e Vlasov ma è ai 300 metri finali che un incontenibile Roglic rovina i piani della Uae. Scatta. È imprendibile. Un solo schiaffo ben assestato gli basta. Primoz di nome e di fatto che fa suo il terzo Giro dell'Emilia mettendo nel sacco la Uae dopo che per tutto il giorno aveva lavorato per la vittoria, con un Adam Yates davvero infinito che però si deve accontentare di vedere il suo capitano Pogacar sul secondo gradino del podio, e terzo, il gemello Simon Yates.  

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