Anche per essere belli ora serve il green pass

Nuove regole da oggi per chi usufruisce dei servizi alla persona. "Ci aspettiamo tante disdette". "Giusto, se ci riporta alla normalità"

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di Tiziana Petrelli

Niente più accesso libero da parrucchiere, barbieri o estetiste. Si allarga infatti, a partire da oggi, l’obbligo di esibire il Green pass per accedere ai luoghi pubblici. In particolare ora la certificazione verde di base sarà necessaria anche per usufruire dei servizi alla persona. Chi non è vaccinato, dovrà comunque possedere il certificato ottenuto con un tampone molecolare con risultato negativo fatto nelle 72 ore precedenti o nelle 48 ore precedenti se si opta per il tampone antigenico. "E’ una decisione che condividiamo - dicono Elena e Sonia, del centro estetico Kalos -, ma purtroppo andrà a discapito della realtà economica delle piccole attività come la nostra. Diverse clienti ci hanno già riferito che non è loro intenzione fare il tampone per andare dall’estetista, per loro sarebbe un aggravio di spesa. Per quanto siano affezionate per un po’ di tempo non verranno più e per noi è un mancato guadagno. Purtroppo questa è la situazione, ma ci adeguiamo alle norme come è giusto che sia. La speranza è che a breve si esca da questa pandemia e si torni alla vita di prima per svolgere con tranquillità il nostro lavoro. I timori sono sempre quelli che ha una partita iva: non riuscire a far quadrare i conti a fine mese, tra affitto e utenze in aumento".

Nicola Zagaria, barbiere di via da Serravalle, si adegua ma non approva questa misura. "Da domani dobbiamo chiedere il green pass anche noi - dice -. Ho già scaricato l’applicazione per richiederlo ai clienti ma temo che non ce ne sarà tanto bisogno, dal momento che ho una clientela che per lo più non è vaccinata e potrebbe scegliere di non piegarsi a questo ricattino. E mi pare anche corretto da parte loro non farlo dal momento che vaccinarsi non è un obbligo. Sebbene io abbia prenotato già la terza dose, questa cosa del green pass per poter circolare liberamente, non la trovo giusta. Tanto più che ci hanno fatto lavorare due anni così, imponendoci delle misure di sicurezza che potevano comunque mettere a rischio la salute nostra e dei nostri clienti, nel periodo peggiore della pandemia. Solo ora, che dal punto di vista sanitario le cose sono migliorate di molto, impongono l’obbligo ai no vax. Non lo trovo giusto soprattutto perché va a discapito nostro, non loro".

"Sicuramente non sarà facile dedicare tempo al controllo del green pass ma ci adeguiamo - aggiunge Daniela di Cerioni Parrucchieri -. Speriamo di non perdere clienti, non so se qualcuno sia un no vax convinto… lo vedremo da domani". Cecilia Busca, dell’omonimo centro estetico, è invece felice che si sia optato per questa regola e spera che serva a convincere tutti a vaccinarsi. "Sarà ‘discriminante’ - dice - ma se serve per uscire dalla pandemia sono contenta di richiedere il green pass ai clienti. Sono solo un po’ scettica perché in Italia fatta la legge, trovato l’inganno. Immagino già che ci sarà chi si presenterà nei centri con il certificato di un altro. Mi aspetto tante disdette, ma d’altronde a causa del Covid in quest’ultimo periodo si sta lavorando pochissimo tra chi ha paura, chi è in quarantena e chi è positivo".