Da una parte l’annuncio della ditta Feronia che i lavori di realizzazione del biodigestore a Barchi inizieranno entro la fine del mese prossimo, con l’obiettivo di farlo entrare in funzione per dicembre 2023. Dall’altra le azioni legali già avviate dal Comune di Terre Roveresche e dal comitato cittadino ‘A difesa del territorio’, i quali hanno presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale delle Marche contro l’impianto.
Due ricorsi distinti: uno dell’amministrazione Sebastianelli, che si avvale dell’avvocato Massimo Luciani; l’altro del comitato, assistito dalla legale Raffaela Mazzi. Entrambi sono stati notificati, per l’esattezza, il 21 settembre (mercoledì scorso) e chiedono tutte e due anche la sospensiva, che qualora accolta impedirebbe l’avvio dei lavori. La discussione è stata fissata per il 12 ottobre e in quella sede verrà proprio presa in considerazione l’istanza di sospensiva; mentre la trattazione nel merito avverrà sicuramente in una data successiva.
"La nostra battaglia prosegue con forza, con dati tecnici alla mano, contro un progetto, che presenta notevoli criticità e che sarebbe estremamente dannoso per un ampio territorio che comprende non solo Terre Roveresche, ma anche Mondavio e Fratte Rosa, dove la gente, le aziende agroalimentari e le strutture ricettive sarebbero fortemente penalizzate", evidenzia il neo presidente del comitato ‘A difesa del territorio’, Simone Rosa, subentrato a Mauro Biagioli.
Va anche ricordato che prima del ricorso al Tar il Comune di Terre Roveresche ha presentato tre esposti in merito alla procedura indetta dal Comune di Fano di manifestazione d’interesse a cui hanno partecipato Feronia, Acea, Ecolat e Siram. Ricorsi rispettivamente indirizzati alla Procura generale delle Marche della Corte dei Conti; all’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione; e all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
s.fr.