Fano, cane colpito da una fucilata e gettato nel fiume Metauro

Lallo è stato salvato dall'Asur e accudito, era semiparalizzato a causa dei pallini di piombo alla spina dorsale. Ora sta meglio, ma è rimasto quasi cieco

Caterina Storaci con Lallo, cane  di otto anni recuperato e curato

Caterina Storaci con Lallo, cane di otto anni recuperato e curato

Fano, 13 ottobre 2019 - Colpito da una fucilata e gettato nel fiume Metauro, è riuscito con la forza della disperazione a raggiungere un’isoletta, che sarebbe stata la sua tomba se non l’avessero salvato prima che morisse dissanguato. E’ la storia di Lallo, un cane di otto anni, recuperato dall’Asur in una zona impervia dell’entroterra, grazie a una segnalazione, e affidato a Caterina Storaci, titolare del canile Ragano di Fano, che l’ha curato finché non si è ripreso. Semiparalizzato a causa dei pallini di piombo che l’avevano raggiunto alla spina dorsale, l’animale in un primo momento non riusciva a muoversi né ad alimentarsi autonomamente, tant’è che la diagnosi veterinaria non lasciava molte speranze.  

Ma dopo mesi di fisioterapia e cure amorevoli, il cane si è miracolosamente ripreso, ha ricominciato a camminare, seppure con qualche difficoltà, ed ora è fuori pericolo. «Sono felice – spiega Caterina Storaci – perché si trattava di un caso disperato, che nessuno immaginava avesse questo esito. Lallo è rimasto incontinente e quasi cieco, a causa delle lesioni riportate, e vive all’interno del fabbricato dove ospitiamo gli animali in difficoltà, ma ha riacquistato la voglia di vivere e lo manifesta scodinzolando e con tenere effusioni, che riserva a me e agli altri operatori del canile». Lallo non vive in un box come gli altri cani, che rimangono per brevi periodi prima di essere adottati, ma in una zona protetta, dove dispone di una cuccia provvista di pannolone, e quando vuole è libero di fare una passeggiata nel prato interno. Ghiotto di crocchette, apprezza anche qualche bocconcino extra, che gli operatori ogni tanto gli riservano, ma quel che pare interessarlo più di ogni altra cosa è la vicinanza con chi si è preso cura di lui.

«Nessuno ci ha mai chiesto di adottarlo - aggiunge Caterina Storaci – eppure è un animale molto socievole e bisognoso di affetto, che saprebbe integrarsi facilmente in una famiglia». Assieme a Lallo, ci sono altri cani con alle spalle storie drammatiche, compresi alcuni pitbull resi aggressivi dai maltrattamenti subiti, prima di essere affidati al canile, spesso con provvedimenti dell’Autorità giudiziaria. Rieducati da Bruno Storaci, proprietario della struttura e addestratore professionale, sperano assieme a Lallo di essere accolti in una nuova famiglia.