Fa caldo, ma si pensa all’inverno: "Stufe a pellet, ne vendo il 20% in più"

Molto interesse anche per il fotovoltaico, per alimentare i condizionatori. "Ma attenzione alle tasse"

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L’impennata delle tariffe di gas ed elettricità ha scatenato la corsa a fonti di energia alternative. Sono in aumento gli acquisti di stufe a pellet, così come cresce l’interesse per le installazioni di pannelli fotovoltaici, per alimentare con l’energia solare pompe di calore e aria condizionata. Dalla vetta del monte Catria, dove al rifugio Cotaline il costo del gpl non è più sostenibile, a molte abitazioni e locali di Fano e dintorni, si moltiplicano le conversioni dei vecchi impianti alimentati a metano. "Trasformeremo la centrale termica – spiega Savio Tamburini, gestore del noto rifugio, con albergo e ristorante, a quota 1400 metri –, sostituendola con una che si alimenta a legna e nocciolo di olivo, perché attualmente, per il riscaldamento delle stanze, consumiamo circa mille litri di gas, che ci viene trasportato due volte all’anno. Le tariffe, già in passato molto salate, sono oggi insostenibili, sfiorando in alcuni casi 0,80 euro al litro".

Peraltro, la corsa a questo tipo di caldaie si sta gradualmente diffondendo in tutto il circondario, come hanno rilevato diversi rivenditori, soprattutto grazie agli incentivi statali, come riferisce Diego Anniballi, titolare della ditta Novaglobe di Monte Porzio: "Abbiamo registrato un incremento delle vendite del 20 per cento, rispetto allo scorso anno, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, e stiamo ultimando decine di preventivi. Le ultime disposizioni governative incentivano la sostituzione di apparecchi obsoleti, con contributi anche considerevoli, a seconda della spesa sostenuta. Con il cosiddetto ‘Conto termico’, - aggiunge Anniballi - si assegna un incentivo, destinato anche a cooperative di abitanti, che può arrivare a 5mila euro, a chi acquista caldaie e stufe alimentate da biomasse, cioè legna e pellet. Quindi, chi era titubante, con l’impennata delle tariffe si è convinto…".

Ma sul risparmio pesano i rincari del legname, che viene importato in buona parte anche dai Paesi ora belligeranti, mentre quello locale risente della mancanza di manodopera: "E’ quasi impossibile trovare boscaioli – lamenta Davide Toccacieli, titolare della Dgm di Fossombrone, ditta specializzata nella vendita in tutta la provincia di legnami per stufe e caldaie – e siamo costretti a importare il pellet, che prima compravamo dalla Russia, da altri stati dell’Est. Questo però comporta rincari, dovuti principalmente ai costi del gasolio usato dai mezzi di trasporto". Un’altra soluzione, peraltro tra le più gettonate in questo periodo, è quella di ricorrere al fotovoltaico. Raffaele Livieri, tecnico fanese specializzato e pioniere del settore, ritiene questa scelta molto conveniente, seppure con qualche criticità: "L’acquisto di pannelli fotovoltaici, che ha registrato una forte impennata negli ultimi tempi, è agevolato dal bonus ristrutturazioni, permettendo una detrazione fiscale fino al 50 per cento. Tuttavia, si deve considerare che l’energia elettrica in eccedenza, che viene ceduta al gestore, è tassata con il conguaglio annuale. Ma, a conti fatti, la convenienza è elevata. Si possono alimentare pompe di calore, bruciatori per l’acqua calda e altri elettrodomestici. Tuttavia – conclude - i sistemi di accumulo possono presentare criticità e richiedono un dimensionamento accurato, in base alle caratteristiche dell’impianto".