L’accoglienza ha mille volti "Noi, tutor per i migranti"

L’esperienza di quattro famiglie che hanno aderito al progetto ‘Apri’ della Caritas "Questi ragazzi sono stati una grazia". Ora si punta a inserirne altri venti

Migration

di Anna Marchetti

"Conoscere Lamin è stata una grazia". Emozionata Monica Errede, sposata con Francesco Torriani, tre figli, sabato pomeriggio al nuovo centro civico di Gimarra, ha raccontato l’incontro della sua famiglia con il giovane gambiano di 24 anni: insieme sono protagonisti del progetto Caritas "Apri" che ruota intorno alle famiglie tutor (ovvero persone che accompagnano la persona immigrata nel suo percorso di integrazione), agli operatori Caritas, alle comunità e alle parrocchie. Nel territorio della Caritas Fano, finora hanno aderito 4 famiglie (1 di Pergola e 3 di Fano) e altrettanti ragazzi, tra i 20 e i 30 anni. "L’obiettivo – ha spiegato Nadia Ben Hassen, operatrice del Centro di Ascolto e referente di ‘Apri’ per la Diocesi locale – è quello di arrivare a 20 tutor coinvolgendo le principali vicarie".

Il ruolo di tutor non è riservato esclusivamente ai nuclei familiari, ma anche a persone sole che abbiano intorno a sé una forte rete sociale. "La mia scelta di aderire al progetto – ha raccontato Monica – è stata di getto anche se tutto parte dalle morti nel Mediterraneo e dalle notizie sulle sofferenze nei lager libici". Poi la consapevolezza che vicino a casa di Monica, a Fenile, erano ospitati 4 ragazzi del Gambia "ai quali una domenica ho portato una torta fatta da me, per poi invitarli tutti e quattro a cena a casa nostra". Tra loro c’era Lamin con "il quale – prosegue Monica – abbiamo iniziato questa avventura insieme".

"Monica mi ha accolto – conferma Lamin – come fossi suo figlio e mi sta camminando a fianco: vorrei diventare avvocato per aiutare le persone che come me sono fuggite dal loro paese d’origine". Attualmente Lamin lavora, si è iscritto al corso per volontario della Croce Rossa, sta cercando di prendere la patente e di trovare una sua abitazione. A Pergola a mettersi in gioco è stata la famiglia di Sabrina Santelli che sta aiutando Ebrima a trovare casa e che in precedenza aveva permesso ad un altro giovane (sostenendolo nella ricerca del lavoro) di tornare in Senegal per abbracciare la madre che non vedeva da 10 anni.

"Sono tanti i ragazzi o le famiglie migranti (‘Apri’ si rivolge anche a loro) – spiega Nadia – presenti da tempo in Italia (provengono da Nigeria, Guinea, Bangladesh, Afghanistan) a cui è possibile offrire un sostegno. Il percorso dura solo sei mesi perché ‘Apri’ non è un progetto risolutorio, ma un trampolino di lancio, un pezzetto di un percorso che le persone decidono di compiere insieme". ’Apri’, partito in sordina nel 2020, a causa della pandemia, a livello nazionale ha finora coinvolto 780 persone, 410 famiglie tutor e 52 diocesi. "L’obiettivo – ha spiegato Valeria Mele, tutor nazionale del progetto Apri – è di arrivare entro la fine dell’anno a mille persone accolte". A livello della Diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola sono almeno 20, tra giovani e famiglie, i soggetti che la Caritas locale punta ad inserire nel progetto: "Sta partendo l’accoglienza – conclude Nadia – per altri 7 ragazzi con altrettante famiglie tutor".