Fano, musica assordante al cimitero. Nella vicina scuola c’è l’autogestione

I visitatori del cimitero: "Non c’è più religione". La replica dei ragazzi: "Avviene ogni anno"

Un cimitero (foto d'archivio Newpress)

Un cimitero (foto d'archivio Newpress)

Fano (Pesaro), 25 marzo 2018 - Al cimitero, ma con la sensazione d’essere in discoteca. Ieri mattina al sacro silenzio si è sostituito il ritmo hip hop, sparato dalle potenti casse acustiche puntate dal campo sportivo della vicina scuola, ad appena un centinaio di metri dal cimitero, dove gli studenti del liceo Nolfi Apollini si sono radunati per festeggiare l’autogestione. Colonna sonora di una mattinata surreale, tra frasi blasfeme e imprecazioni urlate dal microfono, che risuonavano impertinenti lungo i viali di cipressi, la discoteca all’aperto ha sferzato a suon di decibel il camposanto come un uragano. L’imperitura quiete è stata squarciata dalle potenti vibrazioni, suscitando lo stupore e il disappunto dei numerosi visitatori, molti dei quali non si spiegavano da dove provenisse la musica assordante, che nessuno aveva mai sentito così forte tra le lapidi il sabato mattina.

«Non c'è più religione – commenta Franco Mattegi – e questa è la prova lampante della totale mancanza di rispetto per il luogo. Non so cosa stiano facendo esattamente in quella scuola, ma la situazione è assurda: se si tratta di una festa non c’era bisogno di provocare tutto questo chiasso».

Tra lo stupore generale, c’è anche chi abbozza un sorriso, lasciandosi andare a qualche battutina: «Tanto i morti la musica non la sentono, loro riposano in pace», ma Rosella Battisti, in visita sulla tomba dei genitori, ritiene che i defunti debbano meritare rispetto: «Questo è un posto riservato al raccoglimento, dove la preghiera richiede pace e silenzio, suonare in questo modo è irrispettoso e viola le regole imposte in qualsiasi luogo sacro». E tra le incalzanti percussioni del rock, intervallate dalla voce dello speaker, che tra un annuncio e l’altro rivolge ammiccamenti espliciti a una ragazza, i visitatori varcano l’ingresso guardandosi intorno allibiti, mentre la musica che continuano a martellare gli altoparlanti non sfugge nemmeno al clochard di stanza al parcheggio.

«Non sono d’accordo con questa iniziativa – osserva Enzo Marinelli – perché ritengo inopportuno turbare con questo fracasso chi si ferma a pregare i propri defunti: sono situazioni davvero imbarazzanti che non si possono giustificare». Dello stesso avviso è una signora intenta a sistemare la cappella di famiglia: «Pensavo che avessero acceso la radio i muratori che sistemano le sepolture qui vicino, ma poi ho capito che il suono assordante proveniva da fuori e sono rimasta davvero male. Purtroppo il cimitero non è più isolato come una volta, quando si trovava in periferia, e adesso viene a mancare quella tranquillità indispensabile». Alla ridda di commenti sull’inattesa «filodiffusione», si sommano quelli sulla perdita dei valori fondamentali di rispetto verso i luoghi sacri, che certi comportamenti dimostrerebbero: «Non è solo la discoteca di stamattina che mi preoccupa – commenta una pensionata – ma chi viene al cimitero col telefonino in mano a fare pettegolezzi sulle nuore, dimenticando la vera natura di questo luogo».

Dall'altra del campo sportivo, che divide il cimitero dal liceo Nolfi Apolloni, l’atmosfera è invece di grande allegria e nessuno si è accorto del disturbo arrecato. Tutti gli studenti sono fuori dalla scuola a festeggiare la giornata dell’autogestione: «Abbiamo allestito i laboratori come ogni anno – riferiscono tre studentesse del liceo – e dopo è cominciata la festa».