Tipicità Fermo 2019, cibo e arte allargati al mondo

Il messaggio dei rettori, Longhi: Marche sostenibili e inclusive

Taglio del nastro di Tipicità 2019 (Zeppilli)

Taglio del nastro di Tipicità 2019 (Zeppilli)

Fermo, 10 marzo 2019 - E’ visibilmente emozionato il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, nel tagliare il nastro alla 27ª edizione di Tipicità, tantissime le autorità, tanti gli amici di una terra generosa, bellissimo il calore che c’è. Ringrazia tutti mentre suonano i tamburi della Cavalcata dell’Assunta, accanto gli sta il prefetto Maria Luisa D’Alessandro, in una delle sue ultime uscite fermane, se ne andrà da Fermo per Sassari il prossimo 1° aprile. Il patron della manifestazione, Angelo Serri, parla dei tanti cambiamenti di quest’anno, di una Tipicità completamente nuova. Per la Regione, l’assessore Fabrizio Cesetti sottolinea: «Ho visto l’evoluzione di una manifestazione che sa sempre rinnovarsi e dare qualcosa, nella capacità di raccontare il nostro territorio regionale». Il presidente della Camera di commercio unica, Gino Sabbatini, assicura il supporto per le edizioni future.

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Sono poi i tre rettori delle università marchigiane a dettare le priorità dei nostri tempi. Francesco Adornato, per Macerata, sottolinea: «Andare oltre Fermo significa guardare avanti, uscire dall’idea delle piccole patrie, le Marche è un’idea di piccole patrie. L’omologazione, la globalizzazione sta portando anche ad un allargamento dei linguaggi culturali e valorizza le specificità. Le diversità fanno la ricchezza, le proposte più dirompenti vengono dai luoghi lontani, qui possiamo conoscerci e aprirci ad altre esperienze».

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Un messaggio bellissimo arriva anche da Sauro Longhi, rettore dell’università Politecnica delle Marche: «Il mondo cambierà mantenendo l’obiettivo della sostenibilità delle nostre scelte, lo dobbiamo coniugare in mille modi diversi per un sistema terra che non è infinito, siamo 8 miliardi e abbiamo bisogno di mangiare tutti quanti e questa è una sfida importante per l’umanità. Non abbiamo la possibilità di consumare le risorse di questo pianeta, dobbiamo aiutare i nostri studenti a pensare con queste prospettive, immagino soluzioni possibili in cui parlo dell’agricoltura, elemento che ha fatto crescere le Marche. Siamo partiti dai bisogni quotidiani della mezzadria e del piccolo artigianato, siamo cresciuti, manteniamo belli i nostri paesaggi, più belli della Toscana, sappiamo tenerli in equilibrio, con un’agricoltura fatta anche di robotica, di campi allestiti. Ho visto proprio stamattina persone a lavorare sulla nostra terra e nessuna era nata qui, questa è la sfida, dobbiamo essere inclusivi anche di chi cerca condizioni di vita migliori».

Gli fa eco Claudio Pettinari dell’università di Camerino: «Per andare avanti dobbiamo sapere cosa c’era prima. Saremo gli autori del nostro futuro, ancora una volta arte, cibo e beni di prima necessità, materiali e cultura in generale devono camminare insieme. C’è necessità di fare un cambio di passo e di impostazione nelle università, all’insegna di temi fondamentali come la lealtà, l’umanità, la correttezza, i diritti civili, la cittadinanza».