"Addio Jacopo, sapevi accogliere col sorriso"

Nella chiesa di Sant’Antonio da Padova lacrime e dolore al funerale dello psicologo 36enne morto in un incidente con lo scooter

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"Ti ritroveremo sempre a cantare in mezzo a noi, ciao Jacopo". Con queste parole scritte su uno striscione, non solo i tifosi della Fermana, ma una città intera ieri pomeriggio nella chiesa di Sant’Antonio da Padova, si è stretta attorno alla famiglia di Jacopo Bregoli, il 36enne educatore della Nuova Ricerca Agenzia Res, venuto a mancare, martedì scorso, a causa di un incedente stradale. Jacopo era in sella al suo scooter quando ha perso il controllo del mezzo. L’impatto con un’auto è stato fatale e per lui ogni tentativo di soccorso si è rivelato inutile. In chiesa un grande dolore misto al senso di vuoto lasciato dalla prematura e improvvisa scomparsa del ragazzo.

"Non ci sono parole in questo momento – ha spiegato don Osvaldo Riccobelli – se non che grazia e pace prevalgano sul dolore e aiutino ciascuno di noi ad aprirci alla vita eterna. E se quelle di una canzone ci ricordano che ‘non c’è niente di più triste che giornate come questa per ricordare la felicità’, quelle delle letture odierne sembrano scritte apposta per Jacopo: ‘colui che cammina senza colpe’, un giovane bravo, buono, retto e pronto ad accogliere. Oggi, proprio per lui, è tempo di fermarsi ed essere accolto nella vita eterna".

Mancherà tanto Jacopo. Manca già tantissimo in realtà. Mancherà ai suoi amici che non riescono a capacitarsi di quanto accaduto; si chiedono, con un filo di voce, come si possa andare avanti senza di lui; ricordano i momenti felici trascorsi insieme rimpiangendo, forse, di non averlo vissuto abbastanza. "Amore mio, ti ho rimproverato spesso – le parole di mamma Giuditta Maria, lette da un’amica – non volevo che commettessi errori, ma poi passava tutto. Per te, un vulcano di idee, le giornate duravano sempre troppo poco come se sapessi che il tuo tempo sarebbe stato breve. Sei sempre stato uno spirito libero: idealista e sognatore, ma pronto ad aiutare tutti senza distinzioni. Sono orgogliosa di essere stata tua madre: ti ho amato al pari di tuo padre Eros e tua sorella Manuela. Non vedo l’ora di riabbracciarti".

All’uscita dalla chiesa, un coro sottovoce ha accolto accogliere il feretro per l’ultimo grande abbraccio. E i fumogeni gialloblù hanno accompagnato Jacopo nel suo ultimo viaggio.

g. c.