Al Montani gli scarti hanno una seconda vita

L’obiettivo del progetto è incrementare la sostenibilità di processi e prodotti. Protagonisti gli studenti e la professoressa ci chimica

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C’è un po’ di magia nelle cose che si possono fare grazie alla chimica, almeno per i profani. Succede allora che da una buccia di banana si possano tirar fuori molecole buone per l’industria farmaceutica e potenzialmente cariche di valore economico. È il risultato a cui sono arrivati i ragazzi che studiano chimica con la docente Teresa Cecchi. Si intitola ’Scarti alimentari o tesoro? La chimica verde per trasformare residui in nuovi prodotti’ il progetto previsto fra le attività del Gruppo Operativo Grasciari Riuniti di cui il Montani è partner. Ieri sono stati illustrati i risultati scientifici del progetto, mettendo proprio in evidenza le opportunità offerte dalla pratica della Chimica Verde nella valorizzazione dei residui agricoli per le filiere al fine di incrementare la sostenibilità di prodotti e processi. "Oggi è la giornata della Bioeconomia – ha spiegato la dirigente Stefania Scatasta – siamo onorati di aver portato Fermo tra le pochissime città che rientrano in questo contesto. La nostra chimica è la conferma di quanto il sapere che portiamo avanti qui non sia solo trasmissivo ma preveda una visione olistica". Ospite anche l’assessore comunale Mariantonietta Di Felice. La professoressa Cecchi, forte di un laboratorio attrezzato di tutto punto e di una competenza immensa, spiega: "I chimici del Montani, il quinto anno, hanno lavorato inizialmente, nell’ambito del progetto, proponendo la sintesi di bioplastiche e materiali biocompositi a partire da scarti agroalimentari; i laboratori di chimica hanno anche ospitato lo sviluppo sperimentale delle tesi di laurea di quattro laureande. Il lavoro è stato scelto per rappresentare l’Italia alla 39°edizione del Concorso Internazionale di creatività giovanile Byscc a Pechino nel 2019 ed è stato premiato con la Medaglia d’oro. Successivamente i percorsi di ricerca disciplinare e didattica si sono concentrati sullo studio del potere antiossidante e dell’aroma di ortaggi frutta, cereali, leguminose, semi oleosi e si sono scelte tre matrici di particolare interesse per determinare, insieme all’ Univpm, in maniera comparativa, la convenienza e la sostenibilità dell’estrazione di biomolecole ad altissimo valore aggiunto rispetto ad altri processi".

In parole povere, i rifiuti alimentari prima di finire all’ultimo trattamento, hanno dentro di loro un tesoro da sfruttare, per i farmaci, per un percorso innovativo che è bellissimo scoprire, in punta di telescopio, con una scuola che diventa viva e vera. La sintesi delle attività svolte fino a questo punto porta a porsi ulteriori domande a cui dare risposte congiunte utilizzando le competenze trasversali in ambito chimico ed agronomico, per cui la progettualità, in futuro, investirà la specializzazione di Agraria di Montegiorgio.

Angelica Malvatani