Autostrada, l’idea di 14 km in più

A lanciare la proposta è stata la fondazione San Giacomo della Marca: l’allungamento previsto sulla costa

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Una proposta che va oltre la politica arriva da un ente intermedio tra pubblico e privato: la Fondazione San Giacomo della Marca. Sono loro ad intercettare gli interessi di tutto il territorio. Massimo Valentini ieri ha spiegato la proposta studiata e strutturata, con l’aiuto degli esperti, per l’arretramento autostradale. Un tema fondamentale per la fondazione che su questo ha coinvolto i sindaci del territorio: "E’ un tema importante che si pone in un contesto del tutto diverso dopo l’apertura all’ipotesi dell’arretramento ferroviario – ha commentato –. Si pensava fosse un’utopia assoluta ma il Ministero ha aperto a quella possibilità e si stanno discutendo elementi concreti per una infrastruttura che garantirebbe la vera alta velocità dei treni e la salvaguardia dell’economia della costa". Il punto di partenza è la completa inadeguatezza del tratto autostradale tra Porto Sant’Elpidio e San Benedetto del Tronto: "Va implementato, la nuova proprietà a metà giugno ha fermato le manutenzioni, il traffico è più scorrevole ma il tema resta. Improponibile in questo contesto la terza corsia, è sbagliato concentrare tutto il traffico sulla costa". Secondo Valentini società autostrade non ha chiuso alla possibilità dell’arretramento, anzi: "L’essenziale è che i territori si mostrino compatti. Diversi comuni della costa hanno già chiesto formalmente l’arretramento, penso a Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio e Pedaso. È una ipotesi percorribile e registriamo una certa disponibilità al dialogo". L’ipotesi della fondazione è per un arretramento di 14 chilometri dalla costa, un passaggio sul lato nord del fiume Tenna, dal casello di Porto Sant’Elpidio fino alla Val Vibrata. L’attuale autostrada diventerebbe una statale e una tangenziale veloce su centri costieri e si sposterebbero i caselli autostradali in tutte le vallate attigue alle zone industriali esistenti: "La costa tornerebbe ad essere vivibile e appetibile dal turismo, i caselli autostradali sorreggerebbero le aziende, ci sarebbe una visione di sviluppo reale e complessiva, capace di intercettare i bisogni di tutto il territorio in una visione unitaria per puntare davvero allo sviluppo". La richiesta ai sindaci è di pronunciarsi tutti con chiarezza, entro il prossimo luglio. Indispensabile l’unità di intenti, certi treni non ripasseranno più. "Chi si dirà contrario dovrà spiegare i motivi – ha sostenuto Federico Vitali, patron della Faam –, il costo di una strada così non è una spesa ma un investimento per il futuro di tutti". L’ipotesi, studiata dagli ingegneri Paolo Tartaglini e Donato Pescatore prevedei un costo due miliardi e mezzo di euro per 38 chilometri di tratto.

Angelica Malvatani