
Il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, commenta la decisione: «Non è bello per un’amministrazione farsi carico di procedure simili, in assenza di indicazioni»
Sempre meglio che niente. È un po’ la posizione dei sindaci alle prese con la direttiva Bolkestein, ormai maggiorenne. Un discorso che è iniziato appunto nel 2006, che imponeva la messa a gara di tutte le concessioni balneari, trascinata e proroga fin qui, tra incertezze e preoccupazioni. Due giorni fa è arrivato finalmente un segnale chiaro, si va a gara nel 2027, c’è dunque ancora un periodo di tre anni per mettersi in regola e preparare i bandi, definire criteri e indennizzi, lasciare relativamente tranquillo un comparto che traina una bella fetta di economia. I sindaci del territorio fermano chiedevano da tempo certezze e criteri, qualcuno aveva iniziato ad imbastire le gare, i più attendevano. Il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, parla di sollievo: "Un sollievo perché non è bello per una amministrazione farsi carico di procedure simili, in assenza di indicazioni chiare. Speriamo che questa ennesima proroga non fermo il settore e metta a rischio la competitività dell’Italia che ha le pressioni di territori limitrofi, la concorrenza anche della vicina Albania".
Il sindaco ribadisce anche una questione aperta: "Noi abbiamo quattro nuove aree che potrebbero essere assegnate, anche per allargare il discorso a nuovi imprenditori, sono ferme dal 2018 quando sono stati bloccati i nuovi arenili, non possono partire perché non ci sono mai stata forniti i criteri per l’assegnazione". La speranza dunque è che si possa definire anche questo discorso, il sindaco di Porto San Giorgio, che di concessioni ne ha un settantina, si dice decisamente sollevato: "Per noi è una questione complicatissima, stavamo cercando di definire i bandi ma senza linee guida. In più a Porto San Giorgio c’è anche la complicazione delle nuove concessioni assegnate fino al 2032 dalla vecchia amministrazione nel 2021 che pure dovremo chiarire. Certo, io capisco che ogni comune ha una sua peculiarità, definire linee guida generiche e valide per tutti non è semplice, per il nostro comune era comunque un lavoro che ci massacrava, dovevamo star dietro a una situazione importantissima. Ci prendiamo questi tre anni con vero sollievo".
Di assoluto successo parla il sindaco di Porto Sant’Elpidio, Massimiliano Ciarpella: "Noi parliamo di più di 30 concessioni, è una parte importante di attività commerciali, praticamente tutte a conduzione famigliare, dunque una specificità da tutelare e salvaguardare. Finalmente c’è una interlocuzione seria con la commissione europea, una data certa, un percorso, bandi da avviare ma c’è tempo per organizzare la cosa in maniera uniforme. Non si può andare in ordine sparso, la direttiva ha valore transnazionale, i comuni non possono decidere da soli, né le Regioni andare per conto loro, col rischio di incappare in ricorsi al Consiglio di Stato, al Tar. Adesso abbiamo una tempistica certa, avremo direttive e una delibera della giunta regionale, almeno diamo certezza al comparto senza lasciare il cerino in mano ai comuni, finalmente il ministro Fitto ha trovato una direzione chiara". Per Ciarpella bisognerà andare ad una tutela delle attività agli indennizzi, al riconoscimento degli investimenti, senza turbare mercato e concorrenza: "Su queste basi è possibile procedere, non ci siamo mossi finora perché la categoria meritava rispetto e responsabilità, aspettavamo un intervento legislativo chiaro e oggi è arrivato".
Angelica Malvatani