Confronto tra i candidati, piazza Matteotti gremita

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Se un merito l’ha avuto il confronto pubblico che si è tenuto in piazza Matteotti l’altra sera, questo consiste nell’aver evidenziato le differenze tra i candidati sindaci, Alessio Pignotti (civico), Fabiano Alessandrini (centrosinistra) e Gionata Calcinari (centrodestra).

La piazza era gremita come non mai di simpatizzanti delle tre fazioni, ma anche di cittadini che volevano farsi un’idea più chiara sul voto di domenica prossima. Pignotti è rimasto sempre calmo, tranquillo, si è limitato a rispondere puntuale alle domande rivolte a tutti e tre (su scuola, centro storico, rifiuti, turismo, sport, rapporto tra frazioni e capoluogo) restando del tutto escluso dalle provocazioni e battibecchi che hanno animato gli avversari. Ha illustrato i punti del suo programma con fare pragmatico e concreto, puntando sulla quantità di finanziamenti arrivati con il Pnrr, dicendosi pronto a gestirli per cambiare il volto della città. Più guardingo, Alessandrini ha badato a fare il suo gioco: illustrare i punti salienti della sua idea di città e, nel contempo, contestare Calcinari ad ogni piè sospinto. Si è concentrato sulla viabilità intorno alla Bacci, ha parlato di una nuova scuola stile campus e di una riqualificazione totale dell’area Mandozzi con un progetto ambizioso, che i due competitors, in particolare Calcinari, hanno definito ‘un sogno’, irrealizzabile senza somme milionarie.

Nel frattempo, Alessandrini ha continuato la sua opera di sfinimento verso Calcinari e siccome quest’ultimo non si è tirato indietro e non gliele ha mandate a dire, ne è nato un confronto a due, decisamente acceso. Anche Calcinari, infatti, ha fatto la sua parte: come esponente del centrodestra era l’unico a che poteva dare addosso all’amministrazione uscente (e a quella di centrosinistra che ha governato negli ultimi 40 anni, ricordando ai presenti tutto ciò che non è stato fatto, ciò che si è perso e ciò che intende realizzare se l’elettorato asseconderà la voglia di cambiamento, essendo lui la vera novità, visto che Pignotti e Alessandrini, avendo governato insieme, rappresentano la continuità. Ma quest’ultimo, caustico, ha mostrato le affinità tra i programmi degli avversari, ribaltando la tesi di Calcinari, sostenendo che sono lui e Pignotti la continuità. Sull’ipotesi ballottaggio, Calcinari e Pignotti contano di vincere al primo turno, Alessandrini ritiene di avere forza sufficiente per andare da solo allo scontro a due del secondo turno. Non c’è stata nessuna stretta di mano finale tra i candidati.

Marisa Colibazzi