
La polizia in azione
Li tenevano d’occhio da tempo perché sospettavano che ultimamente controllassero il mercato locale della droga. Così all’alba avevano fatto scattare un blitz improvviso nelle loro abitazioni e, nel corso delle perquisizioni, avevano rinvenuto un fucile e un etto di eroina e cocaina. A conclusione delle indagini, le quattro persone soprese negli appartamenti, una donna romena di 33 anni, il suo compagno albanese di 32 anni e altri due tunisini rispettivamente di 31 e 29 anni, sono stati rinviati a giudizio a vario titolo per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e detenzione illegale di arma da fuoco. L’operazione era scattata in via Emilia, nella zona sud di Porto Sant’Elpidio, ed era stata messa a segno dai poliziotti della squadra mobile della questura di Fermo con l’ausilio degli agenti della squadra volante. Erano da poco passate le 7,30 quando gli agenti in borghese e in uniforme di servizio, si erano presentati alla porta delle abitazioni prese di mira. Una volta dentro gli uomini della squadra mobile avevano setacciato ogni angolo degli appartamenti finché non avevano rinvenuto e sequestrato la droga e l’arma da fuoco. I quantitativi di cocaina ed eroina, una volta tagliati e immessi sul mercato al dettaglio, avrebbero fruttato agli spacciatori circa 20mila euro. I quattro occupanti degli immobili erano stati condotti negli uffici della questura per le operazioni di rito ed erano stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Fermo. Per uno di loro, clandestino sul suolo nazionale, erano state anche avviate le procedure per l’espulsione. Secondo gli inquirenti la leader del gruppetto di pusher sarebbe la giovane romena, già nota alle forze dell’ordine anche per il tentato omicidio di due nordafricani consumatosi a Lido Tre Archi di Fermo nel settembre del 2020. Il fatto si era consumato quando, poco dopo le 14, la giovane romena era arrivata in auto nella zona di via Aldo Moro. Nei pressi del porticato di un edificio erano presenti alcuni magrebini con i quali la giovane aveva iniziato a discutere ma, pochi istanti dopo, era sopraggiunta un’altra vettura a bordo della quale c’erano due suoi amici, un albanese e un algerino, che, mascherine in volto, erano scesi dal veicolo armati, uno di machete e l’altro di un bastone. La 32enne romena, risalita in auto e ripartita, aveva scavalcato due marciapiedi e aveva puntato il gruppo di nordafricani. Uno di questi, un 21enne, dopo esser stato investito dal veicolo, era stato raggiunto dai due stranieri armati che lo avevano colpito più volte, mozzandogli un dito di una mano e provocandogli ferite in diverse parti del corpo.