PAOLA PIERAGOSTINI
Cronaca

"I nostri ristoratori iniziano a chiedercelo"

Giacomo Centanni, che succede al mercato enologico? "Dall’entrata in vigore del nuovo codice della strada, abbiamo ricevuto una sostenuta richiesta...

Giacomo Centanni, che succede al mercato enologico? "Dall’entrata in vigore del nuovo codice della strada, abbiamo ricevuto una sostenuta richiesta...

Giacomo Centanni, che succede al mercato enologico? "Dall’entrata in vigore del nuovo codice della strada, abbiamo ricevuto una sostenuta richiesta...

Giacomo Centanni, che succede al mercato enologico? "Dall’entrata in vigore del nuovo codice della strada, abbiamo ricevuto una sostenuta richiesta di vino analcolico dai ristoratori delle Marche".

L’analcolico è sul mercato dal 2021. "Non discuto sulle motivazioni legate alla salute o al proprio credo religioso che porta il cliente alla scelta del vino analcolico. Qui parliamo di vino, che per sua natura è alcolico. Contrariamente viene privato della sua struttura portante, del suo scheletro".

Alla luce della richiesta di vino dealcolato, ha pensato alla necessità di avviare questa produzione per soddisfare il mercato? "Produrre un vino analcolico richiede un importante investimento per l’acquisto di strumentazione adatta al metodo tecnico che si vuole adottare. Tradotto significa spendere dai 70mila euro in su, con un conseguente aumento del costo di produzione. Per percorso intendo la consapevolezza che, un vino dealcolato diventa un vino da consumare ‘di corsa’ in quanto l’alcool è un conservante naturale di cui il vino viene privato. E qui spiego le ripercussioni aziendali in quanto Centanni ha sempre investito nella genuinità del vino e sostenuto la natura della terra e del vino stesso. Ora, va con sé che un vino privato del conservante naturale, per lungo mantenimento avrebbe bisogno di conservanti. E qui si perderebbe la natura del vino, cosa che la Cantina Centanni non vuole permettere".

Come definirebbe la necessità di produrre vino analcolico? "Uno schiaffo all’enologia che rischia di diffondere un messaggio negativo sul vino come se il suo consumo fosse da condannare, quando invece è l’abuso a fare la differenza negativa. Siamo fieri di mettere sul mercato vini etichettati con indici di provenienza e caratteri ambientali di produzione dei vitigni, investiamo nel biologico, adottiamo politiche aziendali volte a coniugare piacere e tutela della salute umana e salvaguardia del territorio, radicati in ciò che è fondamentale, cioè rispetto e valorizzazione della natura. E la natura non crea vino analcolico". Centanni è punto di riferimento per l’enologia regionale. Crede che produrre vino dealcolato potrebbe intaccare questo pregio? "Sono certo che non concederebbe lustro al mercato che identifica un territorio".

Ma lei l’ha mai bevuto? "Si. Lo scorso anno durante una fiera internazionale"

Le è piaciuto? "Direi di no. Spiccata acidità, alta morbidezza che lo rende piacevole ma mancante di sostanza, pertanto vuoto. Ho avuto la sensazione che si faccia del tutto per farlo sembrare vino. Meglio chiamarlo bevanda".

Paola Pieragostini