"Il paesaggio non è solo una veduta, ma un contenitore di memoria e ricordi"

Giuliana Viozzi, laureata in Beni Culturali, racconta la sua passione per l'archeologia e la collaborazione con l'Associazione Culturale 'Equilibri' nel valorizzare i territori montani.

Abbiamo intervistato Giuliana Viozzi, laureata in Beni Culturali e dipendente dell’Omnicomprensivo di Amandola che racconta i suoi studi su Santa Vittoria.

Da dove nasce la sua passione per l’archeologia?

"Ho sempre avuto predilezione per l’arte. A 19 anni mi sono iscritta alla Facoltà di Architettura, a Firenze. La lontananza dai miei affetti e le difficoltà logistiche, mi fecero deviare il percorso intrapreso. Mi sono sposata e scelto di lavorare ma lo studio è rimasto un sogno nel cassetto. Dopo anni mi sono rimessa in gioco iscrivendomi alla Facoltà di Beni Culturali a Fermo. Lo dovevo a me stessa. Ricominciare a studiare non è stato facile: mi sentivo fuori luogo tra i ventenni e la memoria non era più quella di un tempo. Nonostante ciò ho terminato gli esami e chiesto la tesi in Archeologia dei Paesaggi, facendo uno studio sulla facciata del Palazzo vicino la Torre del Paese. L’analisi di un’antica pergamena rinvenuta nell’Archivio mi ha permesso di scoprire che l’edificio sarebbe diventato sede del Palazzo Comunale".

Come è iniziata la collaborazione con L’Associazione Culturale ‘Equilibri’?

"Con Tanucci ho condiviso gran parte del percorso di studi. Mi ha chiesto di collaborare e relazionare sul lavoro svolto. La conoscenza ti riempie. Occorre avere sempre un obbiettivo da raggiungere nella vita e quando vinci la sfida, bisogna essere orgogliosi di sé".

Che cosa ammira di più dei territori montani?

"Il paesaggio non è solo una veduta, ma un contenitore di memoria e ricordi. Conserva tutte le tracce che l’uomo ha lasciato lungo il tragitto. Bisogna allenare gli occhi a guardare oltre. Il senso di appartenenza al proprio paese lo si raggiunge nel momento in cui si conosce la storia e la si apprezza".

Classe III B