Fermo: inchiesta baby squillo, tremano i clienti

Gli inquirenti stanno via via identificando gli uomini che avrebbero consumato rapporti sessuali con le ragazzine. Pare vendessero il loro corpo per 50 euro a prestazione

Inchiesta baby squillo nel fermano (archivio)

Inchiesta baby squillo nel fermano (archivio)

Fermo, 12 marzo 2023 – Ora tremano i clienti delle squillo minorenni del giro di prostituzione gestito da una baby gang con quartier generale a Porto San Giorgio.

Gli inquirenti stanno via via identificando gli uomini, per adesso tutti adulti o perlomeno maggiorenni, che avrebbero consumato rapporti sessuali con le ragazzine di età compresa tra i 15 e i 16 anni.

Clienti che venivano anche da fuori provincia e che, non di rado, ricevevano anche visite a domicilio da parte delle baby squillo. Inizialmente si credeva che tutte le ragazzine fossero del posto, ma in realtà la gang italo marocchina, sembra che utilizzasse anche giovanissime provenienti dalla provincia di Ancona, Ascoli Piceno e Macerata.

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Dunque un giro molto più vasto quello che starebbe emergendo negli ultimi giorni, anche se incentrato nel Fermano e gestito da minorenni.

Sulla torbida vicenda indagano i carabinieri della polizia giudiziaria di Ancona che stanno cercando di ricostruire l’intricato puzzle che farebbe emergere due tipi di reato: lo sfruttamento della prostituzione da parte dei com

ponenti della baby gang e l’induzione alla prostituzione minorile sotto compenso da parte dei clienti. Reati che prevedono pene severe soprattutto per i maggiorenni. Ed è per questo che ora i presunti clienti delle baby squillo tremano, anche perché alcuni sarebbero stati identificati.

Chiaramente le accuse sono ancora tutte da provare, soprattutto riguardo al compenso nei confronti delle ragazzine. Il confine tra rapporti consensuali, con tanto di regalino da parte dell’adulto e la vera e propria vendita del corpo spesso hanno un confine molto sottile.

Resta il fatto che alcuni genitori delle baby squillo, dai quali è partita la segnalazione, sarebbero convinti che le figlie vendessero il loro corpo per 50 euro a prestazione e una parte veniva trattenuta dai componenti della baby gang che gestirebbe il giro di prostituzione. Sarebbero stati infatti i tanti soldi a disposizione delle ragazzine a insospettire diverse mamme, che poi si sarebbero improvvisate detective e avrebbero scoperto l’attività delle baby prostitute.

Si tratterebbe di giovanissime italiane, anche se alcune di origini marocchine: tutte incensurate e appartenenti a famiglie normali e per bene, quindi, sotto un certo aspetto, insospettabili. L’indagine chiaramente è ancora tenuta nel massimo riserbo, anche se la punta dell’iceberg è emersa e non si può più fare finta di niente.