FABIO CASTORI
Cronaca

Marino Fabiani, imprenditore calzaturiero: “Volevano truffarmi, così li ho smascherati”

Contattato da falsi carabinieri e funzionari di banca, ad un certo punto ha intuito che qualcosa non andava e si è rivolto personalmente ai veri militari dell’Arma. “Ho ricevuto una chiamata da un’utenza il cui numero era quello della caserma”

Marino Fabiani, imprenditore calzaturiero sventa la truffa del finto capitano dei carabinieri e della banca. A sinistra nella sua azienda

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Fermo, 26 gennaio 2025 – Lo hanno contattato sul cellulare fingendosi prima, uno un funzionario dell’assistenza clienti della sua banca, poi l’altro il capitano dei carabinieri di Fermo, facendo addirittura comparire sul display del telefonino il vero numero della centrale operativa del Comando provinciale. Tutto questo allo scopo di convincerlo a versare in maniera truffaldina una cospicua somma di denaro per bloccare un pagamento non autorizzato. Protagonista della disavventura il noto imprenditore calzaturiero di Fermo, Marino Fabiani, che ad un certo punto ha intuito la truffa e l’ha sventata rivolgendosi personalmente ai veri militari dell’Arma.

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E’ accaduto l’altro ieri quando l’imprenditore fermano, intorno alle 13 ha ricevuto un sms dalla società della banca Nexi It, in cui si riferiva testualmente: “Gentile cliente è stata richiesta una spesa se non è lei chiami assistenza clienti al numero 344 4036010”. Subito dopo l’imprenditore ha ricevuto un ulteriore messaggio nel quale gli veniva richiesto di seguire tutte le indicazioni dell’operatore per effettuare il blocco di un bonifico di 50.00 auro non autorizzato.

“Leggendo il secondo messaggio – racconta Fabiani – mi sono allarmato e mi sono messo in contatto con l’utenza telefonica indicata, dove mi ha risposto un certo Paolo Colucci. L’operatore mi ha riferito che dovevo seguire attentamente le indicazioni, di non riagganciare la chiamata e di non parlare con nessuno, fino a quando la banca non mi avrebbe dato dei codici che avrei dovuto portare ai carabinieri di Fermo, i quali mi stavano aspettando per sporgere querela nei confronti del mio consulente bancario, in quanto sotto inchiesta. Fidandomi del modo convincente in cui ero stato allertato, mi sono recato nei pressi di una filiale della mia banca, dove avrei dovuto attendere il signor Colucci, e sono restato in attesa per circa un’ora e mezza”.

Caso ha voluto, però, che l’imprenditore bucasse una gomma. Pur di non riattaccare la chiamata, si è recato a piedi da un vicino esercente commerciale e gli ha chiesto di fargli chiamare la figlia, che lo ha fatto raggiungere dal proprio compagno. “Nel frattempo, però - spiega Fabiani - il presunto operatore ha sentito che parlavo con qualcuno, si è agitato ed ha iniziato a ripetermi di tornare in macchina e di andare in banca. A quel punto, supportato anche dal commerciante presente, ho iniziato a sospettare che si trattasse di una truffa e ho riagganciato. Poi ho richiamato più volte il mio consulente bancario senza mai riuscirci. Il telefono era bloccato. Poco più tardi ho ricevuto una chiamata da un’utenza con il prefisso di Fermo, alla quale non ho risposto. Successivamente, quando il compagno di mia figlia ha accertato che quel numero corrispondeva a quello della caserma dei carabinieri di Fermo, mi sono spaventato ed ho richiamato. Questa volta mi ha risposto un uomo che si è qualificato come capitano dei carabinieri. Credendo di parlare realmente con un referente dell’Arma, ho cercato di spiegare cosa fosse accaduto, che ero vittima di una truffa e che avevo bisogno che mi raggiungesse una pattuglia”.

A tali parole però il sedicente capitano ha perso le staffe ed ha detto che non avrebbe mandato alcuna pattuglia altrimenti gli avrebbe dovuto addebitare le spese. E’ stata la conferma che qualcosa non andava e l’imprenditore, dopo aver riagganciato, si è recato subito dai carabinieri avendo la conferma che si trattava di un tentativo di truffa congeniato alla perfezione e che se il destino non avesse deciso di fargli bucare la gomma, forse si troverebbe con qualche centinaio di migliaia di euro in meno sul conto. Fabiani ha presentato denuncia e gli investigatori dell’Arma hanno fatto immediatamente scattare le indagini per dare un nome e un volto ai malviventi.